Reggina: Di Chiara “braccetto” ed il camaleontismo

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Il laterale ha giocato da terzo centrale, sebbene si sottolinei spesso come difendere non sia la sua dote migliore

Gianluca Di Chiara è sicuramente un ottimo terzino. Quando, però, è andato in difficoltà con la maglia della Reggina lo ha fatto soprattutto in fase difensiva.  Tant’è che si immaginava che il suo ruolo più congeniale potesse essere con qualcuno che gli guarda le spalle, magari in un 3-5-2.

Notazione che probabilmente a lui non sarà piaciuta molto, semplicemente perché gli piace partire da dietro e avere spazio per arrivare di slancio al cross.  Tant’è che Stellone ha esagerato e lo ha messo nei tre di difesa.

Una scelta che, però, è stata figlia della lettura della partita e delle caratteristiche degli avversari. Tra l’altro la Reggina avrebbe impiegato davvero poco a cambiare schieramento se le contingenze lo avessero reso necessario. Ad esempio sarebbe bastato mettersi a quattro abbassando Adjapong, schierando poi il resto della squadra con il 4-4-1-1 con Giraudo a sinistra, Folo a destra e Cortinovis in appoggio a Tumminello. Insomma, per questa Reggina il modulo in questo momento sembra un dettaglio.

 

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