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Corazza: “Siamo nel tempo della pazienza. Ma finirà e la Reggina sarà pronta”

L’attaccante amaranto racconta i suoi giorni senza il pallone e fa una promessa

Simone Corazza, attaccante della Reggina, in un’intervista al Corriere dello Sport, ha raccontato come sta vivendo l’emergenza coronavirus e quanto gli manchi tornare in campo. Le sue parole:

Con i compagni e tecnici avete pensato anche alla solidarietà.
“Il minimo che si potesse fare. Abbiamo sentito il bisogno, il dovere morale, di intervenire con una donazione finalizzata all’acquisto di presidi medicali per il Grande Ospedale Metropolitano. Adesso, con infinita fiducia, attendiamo che passi”.

Com’è la giornata di un calciatore senza calcio?
“Allenamenti casalinghi e dieta scrupolosa. Poi contatti con i compagni, il medico, il preparatore atletico e l’allenatore. Quindi attenzione e cura per la famiglia prima di vedere registrazioni di calcio, lettura, film e musica rock. Giornata intensa, alla fine”.

E la sua amata play-station?
“Accantonata, purtroppo. Bisogna dedicare più tempo ai bambini, e poi gli allenamenti che risultano più difficili perché costretti in spazi limitati. Bisognerà farsi trovare pronti alla ripresa”.

Sperate ancora di poter riprendere il campionato?
“Certamente. La situazione è grave, ma passerà”.

Rinvio della ripresa, cristallizzazione della classifiche con promozioni e retrocessioni?
“Leggiamo e sentiamo di tutto. Noi vorremmo chiudere sul campo una straordinaria stagione della Reggina. Giusto, ad ogni buon conto, che ci siano promosse e retrocesse”.

La Reggina potrebbe perdere il vantaggio conquistato con merito?
“Per noi nessuna difficoltà. Abbiamo in mente, sempre, la Serie B”.

Potrebbe affievolirsi il rapporto con i tifosi?
“Qualcosa potrebbe cambiare. L’affetto dei tifosi rimarrà immutato. La città è calorosa con noi”.

La revisione del contratto è soluzione giusta e possibile anche nella reggina?
“Se c’è bisogno ed è estesa a tutti, perché no? Siamo in emergenza tutti. Non ne abbiamo parlato, ancora. Giusto, però, il criterio della gradualità secondo categorie e contratti”.

Chiuda con un invito e un augurio.
“L’invito, ripetitivo ma valido, è quello di rimanere a casa. Poi, in campo. Gli infortuni hanno interrotto il dialogo con il gol. Prometto, però, che riprenderò al ritorno in campo”.

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