Il direttore sportivo parla di riforme e di come, a suo parere, dovrebbe cambiare il Calcio
Attualmente vice presidente dell’Adise (Associazione Italiana Direttori Sportivi) ed ex ds amaranto, Gabriele Martino ha parlato ai microfoni della Gazzetta del Sud circa nuove riforme da attuare nel mondo del calcio italiano.
”Il tempo scorre troppo in fretta anche per il calcio ed è quindi il momento di introdurvi dei cambiamenti necessari e costruire un calcio più equo e sostenibile, altrimenti il futuro sarà sempre più a rischio”, ha detto Martino, al quale viene in mente la regola aurea del fair play finanziario voluta dall’Uefa ed entrata in vigore nel 2011. ”Non è possibile spendere più di quanto si guadagni!”.
E ancora: ”E’ tempo di cambiare la legge n,91/1981 che regola ‘le norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti’, il calcio professionistico è ormai diventato un business e non può continuare ad essere regolato da una norma scritta quasi quarant’anni fa”.
Poi la legge Melandri del 2008: ”Se non ora, quando cambiarla? Disciplina la suddivisione dei ricavi da diritti tv tra le squadre di Serie A, ma bisognerebbe dare la possibilità di poter acquisire ‘in esclusiva’ tutti i pacchetti relativi alle dirette: sono convinto che i ricavi aumenterebbero”.
Infine il nuovo format dei campionati professionistici: ”Se non ora, quando creare una nuova forma strutturale dei campionati professionistici? La Serie A mantiene il format di 20 squadre, si crei una ‘Modern League’ composta da 40 club (le società dell’attuale Serie B e quelle più virtuose della C) suddivisi, territorialmente, in due gironi. La mobilità tra i due campionati professionistici avverrà secondo nuove formule tra immissioni, promozioni e retrocessioni. Dunque, 60 squadre professionistiche e non 100. E ancora, creare un nuovo livello di calcio semiprofessionistico con 40 compagini suddivise, territorialmente, in due gironi”.