Una frase che il tecnico ripeteva spesso. Anche quando gli è stato chiesto del rinnovo
“Sono venuto qui per mettermi in gioco“. È un concetto che Marco Baroni ha ripetuto più volte nel corso della stagione e lo ha fatto anche nel momento in cui gli è stato chiesto se stesse pensando al rinnovo. Era accaduto ad esempio il 7 maggio, dopo il pareggio di Lecce.
Parole che accompagnate all’idea palesata che fosse ancora presto per parlare di rinnovo, dovevano già suonare come un campanello d’allarme.
Quella frase che oggi riecheggia può essere letta, con il senno del poi, in tanti i modi. Come se scegliere la Reggina in un momento di grande difficoltà, quando rimettere in piedi la baracca era tutt’altro che scontato, fosse in qualche modo una scelta stimolante per porre riparo a qualche incompiuta delle sue precedenti esperienze.
Sarebbe ipocrita sottolineare che il tecnico fiorentino non ci sia riuscito, ma viene da pensare che ritrovata credibilità come buon tecnico ( e Baroni lo è davvero), la Reggina di colpo sia diventata troppo poco per lui.
E qualora dovesse diventare reale l’offerta del Lecce si avrà la conferma, che un Lecce ridimensionato nei costi rappresenti un orizzonte migliore della Reggina. Magari perché Pantaleo Corvino rappresenta una figura importante con cui interfacciarsi o semplicemente perché c’è voglia di tornare in un posto in cui si è stati da allenatore. Per il momento a Reggio si raccoglie il dato dell’attualità: Baroni è già il passato.
Concordo pienamente. Ottimo tecnico. Ci ha salvato. Si è rilanciato. Ci ha snobbato(suo diritto). Arrivederci e grazie. Avanti il prossimo(senza rimpianti)
Ma quando mai, sono sempre in cerca di soldi facili. Vanno eliminati i procuratori.
non 6 degno di allenare la nostra grande Reggina. Grazie comunque.
Ora capisco 3 punti nelle ultime 4 partite