Il tecnico ha segnato la svolta nel campionato amaranto
Non serve essere stregoni per capire che Roberto Stellone è stato un fattore decisivo nell’andamento della stagione in corso. Una lettura un po’ più cinica del miglioramento del rendimento sottolinea come dal suo avvento in avanti ci sia stata la buona sorte da parte amaranto.
È vero, ma fino ad un certo punto. Intanto bisogna sottolineare che la fortuna non è un un demerito, ma una virtù. Poi, però, bisogna considerare che nel complesso l’allenatore ha ottenuto tanti risultati con ingredienti in prima persona.
La sua scelta di responsabilizzare il gruppo, alcune scelte tecniche e tattiche hanno indubbiamente elevato la consistenza della squadra. Chi si sarebbe mai immaginato Di Chiara terzo centrale? Chi poteva pensare che Amione fosse così forte? Tutte risorse che erano in una squadra e di cui chi lo aveva preceduto non si era accorto.
C’è, però. un altro fattore. È vero che il Cosenza ha preso due traverse, il Pisa una e il Crotone ha fallito una grande occasione, ma così come è reale il concetto secondo cui “con i se e con i ma” non si è fatto il calcio.
Soprattutto se si considera che nel momento in cui la squadra poteva rilanciarsi in chiave play off si è trovata senza attacco. E, a proposito di bottino conquistato, nelle ultime tre giornate la Reggina avrebbe meritato di più di quattro punti in tre partite.
Il ko con il Perugia avrebbe dovuto essere un pari, l’X di Cittadella una vittoria e probabilmente, se il calcio fosse una scienzae esatta, sarebbe arrivato un pareggio anche per i il match con il Cosenza. Cinque punti e invece ne sono arrivati quattro, ma con la soddisfazione di vincere il derby.
L’idea di Stellone fortunato, perciò, non tiene, quantomeno come presupposto principale del cambio di marcia della squadra.
Stellone ha dimostrato bravura, idee, acume tattico, e capacità di osare.
Il pizzico di fortuna viene da solo, di conseguenza.