Il club amaranto ha tante caratteristiche che lo rendono appetibile
Fuori da Reggio (e anche dentro in questo caso) quando si parla di massa debitoria della Reggina, con un po’ tr0ppa approssimazione, la si vede come qualcosa di insormontabile. La situazione non è florida, ma ci sono tanti margini per venirne a capo. Soprattutto per chi ha voglia di investire. E non solo perché buona parte delle pendenze possono essere rateizzate.
La Reggina, oltre a Serie B, blasone e valore del brand, ha altri beni in dote. Uno fra tutti è il centro sportivo Sant’Agata. Lo ha in concessione fino al 2040 (prorogabile eventualmente) e soprattutto è una struttura tirata a lucido negli ultimi anni. Mentre gli altri vanno a cercare campi dove allenarsi, la società amaranto ha una struttura praticamente propria con sette campi di calcio, foresteria, palestra, bar, mensa, uffici e significative prospettive di miglioramento.
Nelle ultime ore, ai microfoni di Radio Antenna Febea, il sindaco metropolitano Versace ha lasciato intendere che gli investitori avrebbero la porta aperta anche sul Granillo. L’area comprende diverse strutture sportive, è oggetto di progetti di riqualificazione e uno stadio modernizzato si incastrerebbe perfettamente. Emanare un bando di gestione, come previsto dalla legge, magari tutte le strutture e immaginare che possa parteciparvi chi potrebbe acquisire il club, equivale ad accrescere l’appetibilità dell’investimento Reggina.
Se potevo la REGGINA la compravo io con il sogno di vederla giocare anche se solo per una volta contro il REAL MADRID
Gli imprenditori del globo, che come tali fessi non sono, sono perfettamente a conoscenza che prendendo la Reggina non prendono il club di una cittadina tipo Fanfulla, ma di Reggio Calabria, città Metropolitana e centro da sempre più importante, grande e popoloso di una Calabria che vive di calcio e passione per il calcio. Da buon intenditore…