La speranza di tutti è quella di tornare in campo, sono però molti ad esprimere un certo scetticismo sulla ripresa del campionato, financo ad essere totalmente contrari
La serie C aspetta, sopratutto i club delle zone meno provate dall’emergenza coronavirus. Il girone C guarda da fuori, discute e pensa al futuro (più fosco che mai), i club dibattono sopratutto su come proseguire la loro avventura, stoppata e ostacolata dalla comparsa di questo pericoloso nemico invisibile.
Vediamo la posizione dei vari club, ricavata dalle dichiarazioni ufficiali dei vari dirigenti:
BARI – I vertici e lo staff tecnico non hanno parlato, l’intenzione sarebbe quella di tornare a giocare, qualora ve ne fosse la possibilità. farà fede la linea presa da “casa madre” Napoli.
MONOPOLI – Grande rispetto per le difficoltà di chi è rimasto invischiato nella crisi sanitaria, ma in casa biancoverde si coltiva la speranziella di tornare a giocare e continuare a stupire.
POTENZA – Il patron Caiata è uno dei più fervidi sostenitori del “no more show please”.
TERNANA – Bandecchi non è contrario a tornare in campo, ma realisticamente non vede sbocchi alla soluzione nel breve volgere della crisi
CATANIA – Più che il coronavirus e il ritorno in campo, in casa etnea il futuro fa paura. Se non ci sono acquirenti in vista, si rischia la serrata definitiva.
CATANZARO – Noto ha espresso le sue perplessità sul ritorno in campo. Anche il patron giallorosso ha invitato a guardare in prospettiva.
TERAMO – Per il patron biancorosso Iachini la stagione è chiusa. Anche perché è stata un’annata fallimentare, nonostante un mercato faraonico.
VIRTUS FRANCAVILLA – Il presidente del club, Magri, non vede altre soluzioni allo stop definitivo del campionato.
Per quanto riguarda le altre, sopratutto le squadre di coda, quasi tutte hanno espresso il loro pessimismo al pronto ritorno in campo. Ufficialmente anche le varie Vibonese, Viterbese, Casertana, Cavese, Paganese, Picerno, Sicula, Bisceglie, Rende e Rieti sono del parere che sarà complicatissimo tornare in campo, resta da capire le elucubrazioni delle formazioni oggi condannate alla serie D.