Baroni deve navigare a fari spenti, poche certezze in vista delle prossime partite. La difeas balla, l’attacco non segna e il centrocampo è spento
Marco Baroni ha capito di aver preso in carico una missione molto complicata. La Reggina è malata più di quanto era lecito attendersi dal di fuori.
Le sconfitte in serie, i gol subiti e un attacco senza guizzi non erano forse un caso, ma piuttosto il risultato di numerose problematiche annesse e connesse. Il vero dilemma del tecnico fiorentino è la navigazione a “fari spenti”, nel senso che di appigli, da parte dell’organico, ve ne sono davvero pochissimi.
In difesa, difficile poter fare a meno di Cionek, a prescindere dal modulo e dalla posizione del polacco. La prova offerta da Stavropoulos contro il Cittadella, probabilmente relega il greco all’ultimo posto delle gerarchie: in tal senso, a Vicenza toccherà a Gasparetto?
Sugli esterni ci sarebbero le certezze Rolando e Di Chiara, entrambi però appannati, fisicamente e mentalmente.
Difficile poi poter lasciare in panchina Ciccio De Rose, forse unico calciatore di polso e personalità della squadra: a gennaio non si sa cosa può accadere, ma intanto c’è da portare a casa più punti possibili. Era una delle certezze della squadra Lorenzo Crisetig, da qualche gara in netto calo.
Il Rivas ammirato contro il Cittadella è certamente un elemento sul quale contare per creare qualcosa lì davanti. In attesa del mercato poi, impossibile poter fare a meno di Lafferty, che non è un fulmine di guerra, ma almeno ha caratteristiche che gli altri attaccanti non hanno.
Pochi riferimenti, toccherà a Baroni darne rinnovate consapevolezze: non c’è altra soluzione…