Il tecnico un paio di settimane non aveva nascosto una certa insofferenza al fatto che si parlasse di play off
“Sono un ambizioso, ma ricordatevi da dove siamo partiti”. Era più o meno questo il concetto che Marco Baroni ribadiva quando la Reggina vedeva la salvezza, ma non poteva dirsi tranquilla.
L’aritmetica non c’è neanche adesso, ma a a raccontare che i tempi sono cambiati c’è anche l’atteggiamento dell’allenatore che lascia intendere che l’obiettivo è prolungare questa stagione.
Lo fa capire quando sottolinea che, da ora in avanti, non si più sbagliare e soprattutto quando parla di “montagna da scalare”. Per la salvezza, in fondo, potrebbero bastare pochi passi e non certo un scalata alpina.
Quello che, verosimilmente, non cambierà sarà l’approccio agli impegni che attendono la squadra. Anche perché se davvero si vuole coltivare l’ambizione di raggiungere ciò che era davvero impensabile quattro-cinque mesi fa, sarà necessario proiettare sulle ultime giornate il rendimento del girone di ritorno. E potrebbe anche non bastare. Non è, però, il momento dei calcoli, ma di vivere le prossime quattro partite come se fossero “finali“. Altra espressione che, in realtà, in una circostanza l’allenatore ha mostrato di non gradire.
Una dialettica quella dell’allenatore chiara almeno quanto i concetti espressi ed inculcati alla sua squadra, almeno a giudicare da quanto si sta vedendo sul campo.