Dopo il patron amaranto, arriva il proprietario di una squadra di Serie A a sottolineare le difficoltà economiche post-Covid
“Mai più una stagione così“. Era più o meno questo il pensiero di Luca Gallo in una conferenza stampa di qualche settimana fa. In quell’occasione il patron amaranto aveva denunciato come in questa fase storica il carico delle società di calcio e delle perdite fossero totalmente a carico dei proprietari dei club, lasciando anche intendere che i paventati aiuti sarebbero stati solo una cura marginale ad una ferita molto più profonda dopo l’anno del Covid.
Gallo ha già annunciato che il bilancio sarà messo a posto dai sacrifici personali per amore della Reggina,. E che la situazione sia complicata a livello generale per il calcio lo si evince anche da dichiarazioni che arrivano a livello di Serie A dove, in teoria, gli introiti sono molto superiori. Significativa è, in tal senso, l’intervista rilasciata a Repubblica dal presidente del Cagliari Tommaso Giullini.
«Il sistema è al collasso, non siamo stati – ha rivelato considerati nei ristori e non abbiamo garanzie su quando riapriranno gli stadi».
«Dovremo – ha proseguito – avere il coraggio di non scendere in campo alla prima di campionato. Non è possibile che non ci sia permesso di fare calcio. Si rischia di far scappare imprenditori seri che ci mettono denaro, passione, non vedono un briciolo di sostegno dal governo e non hanno garanzie che da agosto si riaprano gli stadi. Non abbiamo ricevuto aiuti a fronte di perdite enormi. Abbiamo 300 mila addetti, 30 milioni di tifosi, la Serie A garantisce un gettito fiscale da un miliardo. I mancati introiti del ticketing sono più del 50% delle perdite dell’ultima stagione».
Gallo e Giullini hanno ragione da vendere! In Spagna, Inghilterra, Francia, gli stadi hanno riaperto da un pezzo anche nelle serie minori, pur se col pubblico contingentato! In Italia cosa aspettano? Che le società falliscano e il sistema crolli?