I calciatori nati dal 1998 in poi faranno la differenza nell’economia delle rose di B
Massimo Taibi ha imparato dalla passata stagione che questa è una fase cruciale per il calciomercato. Un periodo in cui è necessario battere la concorrenza sul tempo per assicurarsi i giovani calciatori. Quelli che, in gergo, sono definiti “under” e che, per la stagione 2020-2021, dovranno essere nati prima dopo il 31 dicembre 1997. Dovranno, cioè, essere quantomeno dei classe’ 98.
Tutti li vogliono, tutti li cercano. I motivi sono diversi. Il primo è che non contribuiscono ad occupare caselle nella rosa dei diciotto over e questo permette di formare panchine lunghe, con qualità generali di rosa particolarmente rilevanti. Questo aspetto è di grande importanza in un torneo lungo ed estenuante come è quello di Serie B.
Il secondo è che assicurano minutaggio. Far giocare calciatori giovani permette di arrivare a sommare fino a 450 minuti che concorrono alla formazione di un “monte” che, in una fase successiva, permette di partecipare alla distribuzione dei fondi riservati alla valorizzazione direttamente dalla B.
Una squadra che ne ha diversi può arrivare a mettere in casa anche più di un milione di euro. Senza dimenticare che sono previsti eventuali premi di valorizzazione da parte delle società di appartenenza.
Ecco perché, almeno quelli bravi, vengo da subito attenzionati e per anticipare la concorrenza bisogna batterla sul tempo. Un anno fa la Reggina con i Stavropoulos (non lo sarà più, perché è un ’97) Delprato, Rivas e Folorunsho dimostrò di averci visto bene e a gennaio si aggiunse anche Edera.