Più volte si è ricordato quanto per la Lfa Reggio Calabria abbia pesato in maniera considerevole l’essere una società che è nata l’11 settembre. Neanche dieci giorni dopo, con un paio di allenamenti sulle gambe, la squadra è andata a Locri e si è giocata una partita con il San Luca in cui ha rimediato uno 0-0 che è stato il primo campanello d’allarme rispetto alle difficoltà che sarebbero state affrontate nel corso di questo campionato.
Poi al Granillo è arrivato la corazzata Siracusa, il cui successo è apparso quasi fisiologico considerate le condizioni di partenza delle due compagini.
Quello che, però, balza all’occhio è che nel girone di ritorno, con premesse diverse rispetto a quelle della partita d’andata, la Lfa Reggio Calabria ha collezionato un punto in due partite, esattamente come all’andata.
Un’evidenza che deve invitare a riflettere e a capire perché la squadra si sia fermata proprio nel momento in cui ci ipotizzava potesse aver imboccato la strada giusta per mettere insieme un numero di risultati adeguato al blasone che ha.
Siamo partiti incompleti e siamo rimasti tali. Adesso ci propinano la favola della volpe e l’uva.