Responsabile del settore giovanile abruzzese, il dirigente ha parlato ai microfoni della Gazzetta del Sud
Prima portiere, poi allenatore, direttore sportivo ed infine, ormai da diversi anni, responsabile dei settori giovanili. L’esordio in quello della Reggina, poi Bari e la prestigiosa chiamata della Juventus, prima di approdare, nel 2016, al Pescara, dove ricopre il ruolo di massimo dirigente del settore giovanile.
E’ il percorso nel mondo del calcio di Giuseppe Geria, reggino doc nonché padre dell’attuale portiere amaranto Emanuele. Ai microfoni della Gazzetta del Sud, l’esperto dirigente ha riassunto brevemente le sue esperienze: ”Al Pescara mi trovo a meraviglia, è una società ben strutturata ed ho un gran rapporto con il presidente Sebastiani. Bari è una piazza calda, come quella reggina, i tifosi sono passionali. Con Angelozzi abbiamo avuto la fortuna di lanciare, fra gli altri, Castrovilli e Vogliacco. Alla Juve ho coronato un sogno, un club con professionisti eccellenti ed un’organizzazione invidiabile”.
”Nostalgia del Sant’Agata? La vita professionale deve andare avanti ed al Pescara sto benissimo. Mi chiamarono Lillo Foti e Gabriele Martino e decisi di accettare. Ho visto crescere Missiroli, Nicolas Viola, Barillà, Ceravolo, che giocano ancora ad alti livelli”.
Poi un pensiero sulla Reggina: ”Gli amaranto hanno meritato la B nonostante la forza del Bari. Notevole il lavoro svolto dall’amico Mimmo Toscano. Consiglio Federale? Penso che non ci saranno sorprese. Reggina, Monza e Vicenza andranno in B. Rimane il rebus legato alla quarta promozione”.