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Promozioni e retrocessioni, il piano della serie A: la Lega Pro guarda con attenzione

La FIGC pensa ai piani alternativi alla ripresa del campionato, stante ancora le difficoltà ad un ritorno in campo il più possibile in sicurezza

Se la serie A si ferma, si alle retrocessioni“, scrive oggi Corriere dello Sport, che analizza i piani alternativi in caso di stop definitivo alla massima serie

Promozioni e retrocessioni sì, scudetto verso il no. La Federcalcio continua a lavorare con il fermo proposito di concludere la stagione. E, in questo senso, Gravina ha apprezzato sia le parole di Spadafora sia quelle di Dal Pino, utili anche per abbassare i toni. Tuttavia, tra i tempi stretti e le poche certezze, occorre farsi trovare preparati qualora il Governo dovesse decidere per lo stop definitivo dell’attività. Si tratta di quei piani alternativi (i cosiddetti B, C e anche D) che il numero uno di via Allegri ha già in testa, tanto da averli comunicati anche a Malagò nella riunione dell’altro giorno. Se ne parlerà in maniera più approfondita in occasione del Consiglio federale dell’8 maggio, ma senza che si arrivi ad approvare una linea di comportamento. Farlo con tanto anticipo, infatti, e senza ancora sapere cosa accadrà, lancerebbe un segnale negativo a tutto il sistema. Al momento, comunque, si possono già registrare i primi orientamenti“, sottolinea Corriere.

In merito ai verdetti, il quotidiano sportivo sottolinea: “Già perché se i campionati non dovessero più riprendere, servirà comunque stabilire i verdetti necessari per l’avvio della nuova stagione. Tanto per cominciare, se li aspetta l’Uefa, che pretende di sapere quali squadre (e anche il criterio di scelta) parteciperanno alle prossime Champions ed Europa League. Il nodo fondamentale, però, riguarda le promozioni e le retrocessioni tra le varie categorie. Ebbene, l’idea di Gravina è di mantenere assolutamente il meccanismo, tutt’al più riducendo il numero delle squadre. Ad esempio, i “travasi” tra serie A e B dovrebbero scendere da 3 a 2. In ogni caso, però, non ci saranno tornei allargati, vale a dire che il massimo campionato dovrà restare a 20, non passare a 22. Difficile scongiurare il pericolo dei ricorsi, ma Gravina ha tutte le intenzioni di procedere su questa strada“.

L’ultima alternativa sarebbe quella di finire a settembre, ma serve il via libera della UEFA: “Tuttavia, prima di tirare giù la saracinesca, ci sarebbe un’ultima alternativa. Perché la fretta nel dover prendere le decisioni nasce anche dal fatto che l’Uefa ha fissato il 2 agosto come termine ultimo per completare i tornei nazionali. Ma se l’organismo europeo correggesse la rotta? Al momento concreti segnali in questo senso non ce ne sono stati, ma qualche sussurro ha iniziato a soffiare. Se poi, dopo la Francia, dovessero aumentare i Paesi che ordinano lo stop al calcio, allora qualcosa davvero potrebbe cambiare. La Federcalcio sarebbe già pronta a valutare anche scenari di questo tipo, ovvero scavallare oltre il 2 agosto. E Gravina, nelle scorse settimane, prima della decisione dell’Uefa, aveva già immaginato di ricominciare a settembre“.

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