Dopo non aver potuto festeggiare sul campo la vittoria del campionato, per i supporters si avvicina un’altra stagione problematica

Ci sono squadre che, più di altre, pagheranno la situazione legata al Covid. E non è una questione unicamente economica. Il Monza, ad esempio, avrà un budget enorme, ma non vanta certo una tifoseria numerosa come quella amaranto.  Giocare in un Granillo pieno avrebbe sicuramente dato uno spinta in più alla Reggina di Mimmo Toscano come, tra l’altro, era avvenuto nella stagione appena conclusa.

La situazione che si sta delineando a livello nazionale con una curva in leggero aumento sembra allontanare l’ipotesi che nel prossimo futuro possano essere aperti gli stadi.  Una mannaia non da poco per la società che, ad esempio, potrebbe essere costretta a rinunciare a qualcosa tra i 3 ed i 4 milioni di euro per effetto del mancato incasso dei botteghini e dell’impossibilità di avere introiti dalla cartellonistica del Granillo (o almeno quella non a favore di visibilità in Tv)..

La beffa, però, per i tifosi amaranto è doppia.  Quelli di Reggio Calabria non potranno godere della B dopo sei anni. Non bisogna, però, dimenticare la folta comunità amaranto presente al Nord.  Praticamente dal 2014 chi vive in Lombardia, Piemonte, Veneto o Emilia Romagna aspettava una trasferta agevole.

L’idea che ben dieci volte gli amaranto giocheranno al Nord e che, al momento, mai si potrà dare vita da uno degli attesi esodi  è l’ulteriore dato che si fatica a digerire.

Ulteriore sfumatura di una situazione legata al coronavirus che, sia chiaro, regala situazioni più gravi. Ma anche questo finisce nel calderone.