I due esterni difensivi di fascia non sembrano offrire in difesa la consistenza che regalano in fase offensiva

Marco Baroni quando aveva Gianluca Di Chiara a Benevento lo faceva giocare basso. In difesa.  Lo faceva in Serie A. Segno che, per lui, avere calciatori che sappiano spingere è fondamentale nell’economia del proprio gioco. Anche se, per caratteristiche, non sono il massimo in marcatura.

Di Chiara, tra l’altro, è bravissimo a fare le diagonali. Ma pecca nell’uno contro uno.

È innegabile, però, che la Reggina soffra soprattutto da quel lato quando c’è da serrare le fila in difesa. Molti gol degli amaranto sono arrivati da quel lato e la sostanza non pare cambiare né quando gioca Di Chiara o quando tocca a Liotti.

Quest’ultimo è andato in difficoltà contro l’Empoli, dopo aver fatto una grande partita a Ferrara. Gettare la croce addosso ai due interpreti è uno degli errori più gravi che si possano fare.

Non sono difensori puri come lo è, ad esempio, Delprato che pure qualche errore in marcatura, soprattutto in fatto di diagonali, lo fa.  Pagare dazio in difesa quando hai terzini più bravi a fare la fase offensiva è un dato che in Serie B fa parte del gioco, soprattutto perché i calciatori che sappiano fare entrambe le fasi allo stesso modo in genere giocano nella categoria superiore.

Certo è che se hai la coralità dell’Empoli tutto cambia.  Non a caso i toscani si permettono il lusso di arrivare sempre sul fondo con i due esterni di difesa, senza mai risultare sbilanciati.  Ecco, la Reggina contro i toscani non ha fatto il massimo per evitare di mettere in difficoltà i suoi calciatori.

Lo stesso Baroni ha messo in rilievo come, ad esempio, nel primo gol azzurro ci sono tre pecche della difesa. Segno che le responsabilità per la perforabilità a sinistra vanno rintracciate in un ragionamento più ampio.