La gara dell’Arechi ha confermato un tema tattico di cui si sospettava da tempo
Le partite di Coppa Italia, per una squadra di Serie B, corrispondono al momento in cui si toglie il velo ad un progetto tecnico e tattico. Le amichevoli sono importanti, ma nulla vale quanto una partita ufficiale dove i cambi sono limitati e le carte possono essere mescolate ad un certo punto.
Alfredo Aglietti per la Reggina della prossima stagione non snaturerà le idee che, in questi anni, lo hanno reso uno degli allenatori più solidamente collocati in Serie B. Anche contro la Salernitana si è vista una Reggina vogliosa di tenere il controllo del gioco, anche al cospetto di un avversario di categoria superiore.
Per tutta la partita, inoltre, come si vedeva nel Chievo della passata stagione, si è vista una squadra che ha mantenuto i due esterni schierati con il piede incrociato. L’unica parentesi in cui ciò non è avvenuto è stato quando, dopo l’entrata di Menez, Rivas è stato spostato a destra.
Sia Ricci che Laribi e Bellomo, una volta schierati in campo, hanno provato a convergere nel tentativo di andare alla conclusione dalla media distanza. Caratteristica che, tra l’altro, appartiene anche a Situm, sebbene il croato stia trovando poco spazio.
Il tema era una peculiarità del Chievo della passata stagione, si pensi che ad esempio Canotto è riuscito a realizzare cinque reti giocando da centrocampista esterno. Numeri importanti se inseriti all’interno di un contesto di squadra che funziona.