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Una Reggina più abbottonata sarebbe la soluzione per la crisi?

Otto sconfitte in dieci partite fanno male, ora si cercano punti tranquillità

Tutti hanno ancora negli occhi la Reggina del girone d’andata. Una squadra che giocava alla grande. Forse la più bella degli ultimi vent’anni tra quelle che si sono alternati negli anni a Reggio Calabria. Quel ricordo, però, rischia di offuscare il primario obiettivo di un club: fare punti e migliorare la propria classifica. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta nelle ultime dieci partite per la squadra di Pippo Inzaghi.

L’ipotesi di una squadra che, ad esempio, giochi con il 5-3-2 prevede comunque dei dubbi nella valutazione a bocce ferme. La Reggina di questa stagione, ad esempio, non sembra essere una formazione che ha nelle corde la capacità di arroccarsi in difesa e difendere uomo su uomo. Lo si evince, ad esempio, anche dal fatto che molti gol, soprattutto negli ultimi tempi, vengono presi con la difesa schierata e tanti uomini in area.

Segno che la mancanza di solidità non è strettamente dipendente da un atteggiamento tattico che è quello di una squadra che prova a giocare a calcio, sfruttando le sue qualità collettive e di alcuni singoli. Tutte valutazionie che, evidentemente, Inzaghi ed il suo staff stanno facendo.

 

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