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Reggina, le motivazioni del TFN in merito alla penalizzazione: “Totale carenza di diligenza”

Le due parole del Tribunale di primo grado in merito alla punizione rimediata dagli amaranto

Il Tribunale Federale Nazionale ha reso note le motivazioni che hanno fatto propendere per la penalizzazione di tre punti. Lungo il dispositivo N. 163/TFN del 21.4.2023:

Nel dispositivo del TFN in merito ai tre punti di penalizzazione comminati alla Reggina “..punti 2 (due) relativi al mancato pagamento, entro il termine del 16 febbraio 2023, degli emolumenti relativi alle mensilità di novembre e dicembre 2022 e punti 1 (uno), in ragione del riconoscimento di attenuante, per il mancato pagamento, entro il medesimo termine, delle ritenute Irpef relative alle mensilità di novembre e dicembre 2022“, anche qualche staffilata di giudici di primo grado al club, accusato, come da dispositivo di “…gravità dei fatti commissivi ed omissivi imputabili alla società“.

In particolare, per spiegare la posizione degli amaranto si legge:

…Gli odierni deferiti, proprio perché soggetti sottoposti, oltre che all’ordinamento statale, anche all’ordinamento sportivo, erano ben consapevoli delle regole e delle norme, con le relative modalità e tempistiche, previste e dettate da tale ultimo ordinamento in materia gestionale e economica. Così come erano ben consapevoli della “essenzialità” dei pagamenti che dovevano essere eseguiti entro la data del 16 febbraio 2023, attese le conseguenze che l’ordinamento sportivo, in virtù dei principi innanzi ricordati, fa discendere dall’omissione degli stessi, anche in termini di continuità aziendale.

, la società deferita avrebbe dovuto ab origine (cioè con e nella domanda di ammissione alla procedura) rappresentare alla autorità giudiziaria di essere soggetta anche all’ordinamento sportivo e alle sue regole – analiticamente indicandole secondo quanto necessario ad evitare conseguenze pregiudizievoli in ambito sportivo – in modo da consentire alla A.G. di verificare la stessa ammissibilità della domanda. Così non facendo, essa ha indotto l’A.G. a considerare quella domanda come proveniente da una società appartenente al solo ordinamento statale, con la conseguenza di aver comportato una trascuranza delle regole dell’ordinamento sportivo

Ma, nella fattispecie, si è andati oltre. La società, dopo aver presentato al Tribunale di Reggio Calabria la ripetuta domanda di ammissione alla procedura di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti in data 19 dicembre 2022 ed aver appreso, a seguito del provvedimento del Tribunale del 29 dicembre 2022, che non era possibile procedere senza l’autorizzazione giudiziale al compimento di atti di straordinaria amministrazione o al pagamento di debiti pregressi, si è limitata a depositare in data 16.2.2023, ossia nella stessa data in cui, ai sensi dell’art. 85 NOIF, avrebbe dovuto attestare l’avvenuto pagamento dei debiti tributari, la richiesta di autorizzazione al pagamento di tali debiti. È evidente, dunque, la totale carenza di diligenza nel tentare di evitare l’inadempimento oggi contestato, non essendosi in alcun modo preoccupati per tempo di come affrontare la questione.

Ma questa non è l’unica circostanza che dimostra la totale carenza di diligenza nel tentare di evitare l’inadempimento.

Occorre, difatti, considerare che gli odierni deferiti:

alla data del 16 febbraio 2023, e perciò quasi tre mesi dopo la presentazione dell’istanza di accesso alla procedura in bianco, non solo non avevano ancora depositato il piano e la relativa documentazione a supporto, così come non avevano ancora inoltrato agli Enti competenti la domanda di transazione ex art. 63 CCII, ma per di più avevano richiesto al Tribunale di Reggio Calabria la concessione di una proroga di 60 giorni. In tal modo, hanno impedito a quest’ultimo di essere messo nelle condizioni di valutare la fattibilità del piano di ristrutturazione e, quindi, l’incidenza del pagamento dei debiti tributari rispetto alla debitoria complessiva. In altri termini, laddove i deferiti avessero voluto effettivamente superare gli eventuali ostacoli posti dalla procedura concorsuale, avrebbero potuto provvedere tempestivamente a depositare il piano ed i documenti richiesti dall’art. 39 CCII, nonché gli accordi ex art. 63 CCII, consentendo in tal modo al Tribunale, non solo di decidere in ordine all’omologa degli accordi di ristrutturazione, ma anche di valutare più compiutamente in ordine alle istanze di pagamento dei debiti tributari.

Del resto, lo stesso Tribunale, chiamato a decidere sull’istanza di autorizzazione formulata dalla Reggina nel mese di marzo, indica tra gli elementi su cui fonda la propria decisione di negare l’autorizzazione al pagamento dei debiti tributari proprio la situazione di incertezza causata dal mancato tempestivo deposito del piano e della documentazione. In particolare, il Tribunale afferma:

a) considerato che, in coerenza con la tempistica della procedura, non è stato depositato il piano contenente tutte quelle informazioni necessarie a valutare se esso sia effettivamente “idoneo a consentire il risanamento dell’esposizione debitoria dell’impresa e ad assicurare il riequilibrio della situazione economico-finanziaria”;

b) considerato che l’esame degli accordi e del piano è necessario anche per vagliare la idoneità del patrimonio attivo esistente all’integrale soddisfacimento dei creditori estranei;

c) considerato che quel patrimonio non può essere allo stato intaccato senza conoscere gli accordi e il relativo piano, pena il rischio (non già astratto bensì concreto, atteso il consistente importo di cui si richiede l’autorizzazione al pagamento) di pregiudicare i diritti prenotativi dei creditori più antichi la società avrebbe ben potuto, per adempiere ai suoi obblighi tributari, ricercare finanza esterna, tenendo conto anche sia del fatto che, come affermato dalla stessa Reggina in udienza, il socio di maggioranza della stessa fa parte di una holding quotata in borsa, e sia della circostanza che, come riportato nella nota integrativa al bilancio al 30.6.2022 (della Reggina, ndr), la situazione debitoria della società avrebbe potuto essere gestita solo attraverso finanza esterna. Quindi, lo stesso socio di maggioranza della società avrebbe ben potuto procedere ad un finanziamento infruttifero e postergato per procedere al pagamento dei debiti tributari.

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Gianpiero
Gianpiero
1 anno fa

Bla bla bla

......
......
1 anno fa

Ma Saladino considerato che :
l INPS non la ha pagata ,
l IRPEF non la pagata ,
gli stipendi dei calciatori usciti a gennaio non li ha pagati ,
dei debiti ( ca 15 mil. ) della disastrosa gestione Gallo non ha ancora pagato nulla ,
cosa caxxo ha pagato ?
quanti soldi ci ha messo di tasca sua ?

Renato
Renato
1 anno fa

Si sperava che con la nuova proprietà si potesse respirare aria nuova ma sembra non sia così

monstre
monstre
1 anno fa

.

max
max
1 anno fa

ho appena letto le motivazioni e devo dire che sono allarmanti speriamo solo di non avere trovato l’ennesimo venditore di fumo i tifosi non lo meritano

Dimitrios
Dimitrios
1 anno fa

Sento puzza, tanta puzza…tipo puzza di pollaio…come se ci fosse un altro gallo…nel pollaio

ciccio kozza
ciccio kozza
1 anno fa

si evince proprio la malafede purtroppo. A questo servivano i proclami di onestà, trasparenza e credibilità fuori da un contesto di campagna elettorale…
Le furberie, il fumo negli occhi, gli amici scomodati per qualche articolo e servizio mediatico tanto per nascondere le magagne sotto al tappeto, piccolo, improvvisato ed inefficace pare.
Gruppi di professionisti, esperti, ragionieri raccolti mostrando le credenziali di una azienda quotata in borsa(chissa se a qualcuno interesserà andare a vederci meglio anche li) e messi dietro ad un ingenuo(come minimo) con compiti di rappresentanza. Meravigliamoci adesso se questi sono i risultati.
Sta gente è così banale che farebbe quasi tenerezza se non ci andassero di mezzo sempre i tifosi.

Adesso qui qualcuno o apre realmente il portafogli e usa denari suoi(cosa poco plausibile dato che gli imprenditori non usano mai denari propri), oppure prevedo lennesima estate di sofferenza.

E non mi venite a dire "tutti uniti attorno alla squadra" perché è da giugno che serriamo le fila attorno alla squadra, sullonda del “hanno salvato il calcio allora chiudiamo gli occhi sul resto”.

Lo avevo scritto a Giugno…

Ci restituiranno i punti? Non cambia la sostanza dei fatti.
Vinceremo i play-off(ammesso di arrivarci)? I fatti e il metodo opaco e disonesto restano.
Troverà un compratore che darà solidità? Puo essere, ma non vorrei essere il compratore, sai che patacca…

Agostino
Agostino
1 anno fa

All’anima dei bravi avvocati!

Francesco
Francesco
1 anno fa

Stiamo vicini alla società. Speriamo che tutto finisca presto. La cosa importante è che la Reggina non è fallita.

......
......
1 anno fa
Reply to  Francesco

se e’ vera la metà di quello che c è scritto nelle motivazioni della sentenza del TFN ( tribunale federale ), ci arriviamo al fallimento ………. purtroppo .
e’ solo questione di tempo !

ciccio kozza
ciccio kozza
1 anno fa
Reply to  Francesco

io sto vicino alla mia squadra, non ad una società che si è riempita la bocca di slogan da campagna elettorale(onestà credibilità, mancava il vaffa day) e poi fa ste figure di melma di portata nazionale. Han cercato, senza riuscirci, di fare i furbetti, come se avessero a che fare con 4 sprovveduti e non col TFN, infischiandosene se poi le motivazioni possono essere lette(e capite?) da giornalisti e soprattutto anche dai tifosi. Cioè in società credono che i giudici del TFN siano degli imbecilli e che noi tifosi siamo dei pecoroni da infinocchiare con qualche proclama, fai tu.

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