Il bulgaro, reduce da un infortunio grave, non ha potuto dare il contributo tecnico di cui la squadra avrebbe avuto bisogno
Andrey Galabinov si ipotizzava potesse essere un vero e proprio rinforzo per la Reggina nella seconda parte della stagione. La rottura del tendine d’Achille l’ha messo fuori causa per diversi mesi. Il bulgaro ha bruciato i tempi di recupero, ma è stato necessario aspettare il momento opportuno per utilizzarlo dopo un infortunio così grave. In più dopo il suo ritorno in campo ha dovuto fare i conti con problemi muscolari innescati verosimilmente anche dall’essere rimasto fermo a lungo.
Il suo utilizzo ad oggi è stato con il contagocce. Sette mintui contro il Parma il 4 marzo, sei contro il Brescia il 21 aprile ed infine nove a Bari. Con una sola giornata alla fine del campionato si può dire come l’annata amaranto sia stata di fatto contrassegnata anche dell’indisponibilità pressocché totale dell’attaccante più importante e di uno degli ingaggi più importanti della rosa.
Di certo la Reggina più volte ha dimostrato di avere bisogno del miglior Galabinov, non potendolo mai avere al 100%. Soprattutto se si considera che a gennaio è partito Santander e, per le note vicende, non si è avuta l’opportunità di acquistare un vero numero 9.
Sembra un palo della luce da quando è arrivato.
Palo della luce … spento
Miglior Galabinov era quello di qualche anno fa all’Avellino….alla Reggina mai visto