100 chilometri da Reggio Calabria e un’amplissima fetta di sostenitori che abita tra la provincia reggina e quella di Vibo rendevano quella del Razza una trasferta agevole dal punto di vista logistico. Tuttavia, era tutt’altro che scontato che per una gara senza grande valenza si trovassero un migliaio di sostenitori (tra settore ospiti e tribuna) amaranto a sostenere la Lfa Reggio Calabria. Una squadra che, in teoria, non può neanche essere ancora considerata Reggina.
Eppure il richiamo dell’amore per la maglia riesce a resistere anche a logica di vivere altrove una domenica di bel tempo. Lontano dal calcio e dai rimpianti di ciò che poteva essere e che non è stato.
Questo dà forse la misura del fatto che, al di là dei progetti societari e delle questioni marchio e denominazioni, quello che può fare la differenza nella ripartenza amaranto è soprattutto il serbatoio di tifosi che rende la passione per la Reggina qualcosa di inesauribile e presupposto essenziale per ricostruire ciò che qualcosa l’estate scorsa è stato ridotto in macerie. La tifoseria adesso merita una prossima stagione che sia all’altezza, che torni ad entusiasmare chi ha l’amaranto nel cuore e che possa rappresentare davvero un passo verso la ricostruzione.