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Rassegna stampa, Stirpe: “Spalmare la stagione in due anni”

Il patron del Frosinone parla delle misure che si dovrebbero adottare per superare la crisi legata al coronavirus

Maurizio Stirpe, patron del Frosinone e vicepresidente di Confindustria, ha esposto a Gazzetta dello Sport il suo punto di vista sulle modalità di ritorno alla normalità del calcio:

Se si sposa la teoria di finire a luglio sarebbe un problema per la stagione successiva. E poi si potrebbe giocare solo a porte chiuse, quindi mortificando lo sport. Bisogna spalmare questa stagione in due, ossia ripartire da dove si era finito, ma solo quando ci saranno le condizioni di sicurezza. Questa stagione si deve chiudere al 30 giugno 2021, traslando tutti i contratti di un anno: i tesserati così prendono in due anni lo stipendio di uno, avendo lavorato solo un anno“.

Sponsor, tifosi e tv? “Si congela tutto, entrate e uscite, e si riattivano quando si riparte. Lo Stato riavrà le sue tasse, i giocatori i loro stipendi, i tifosi avranno già gli abbonamenti e gli sponsor i contratti. Dopo i rinvii di Europei e Olimpiadi è la cosa migliore“.

Sugli eventuali verdetti dei tornei: “Leggo proposte di fare solo due promozioni in A e altre cose astruse: purtroppo ci sono teste interessate a portare a proprio vantaggio anche le situazioni più drammatiche. Noi oggi saremmo terzi, quindi la A spetterebbe anche a noi. Ma dobbiamo superare queste questioni: Se si fanno slittare questi tornei è la cosa migliore. Sono stati interrotti per la salute pubblica, devono riprendere quando il problema sarà risolto e, se bisogna aspettare un anno, aspetteremo. Come si può pensare di ripartire ad agosto o settembre? A porte chiuse? Sarebbe la fine del calcio, con scarso valore a livello economico. Tra un anno il calcio sarebbe più apprezzato”

Ma il calcio si può permettere di stare un anno fermo? “Intanto lo Stato deve fare la sua parte, come per tutte le imprese. E poi oggi il calcio non ha valore. Se si riprende in modo frettoloso, si rischia di implodere. Bisogna sfruttare questi mesi di attesa per mettere mano a tutto il sistema. E lo devono fare le leghe europee, la Uefa deve generare coesione. Questa crisi è destinata a cambiare molti nostri atteggiamenti e deve farci riflettere. Perdiamo troppo tempo in discussioni oziose, senza rispetto e considerazione per il movimento“.

Sullo stadio di Frosinone, inaugurato l’anno scorso:  “La pandemia oggi ti fa vedere tutto in modo diverso. Con il senno di poi dico che sarebbe stato da evitare un investimento simile, ma chi poteva immaginare una cosa del genere? Lo stadio c’è e ci sarà, sperando che si recuperino le condizioni per riportarci i tifosi

E chi oggi ha in testa progetti simili? “Penso che oggi tutti si debbano fermare. Non solo per gli stadi. Prima usciamo dalla fase acuta, poi vediamo“.

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