Il presidente federale accoglie le modifiche dettate dal CTS, la Serie A fissa una data per la ripartenza ma per ora in Serie C l’impossibilità di ripartire è evidente
Gravina non molla, la Serie A vuole ripartire. Quella di oggi può essere considerata la giornata della svolta in virtù delle decisioni scaturite in queste ore circa il futuro del calcio italiano.
Gravina ha ricevuto le disposizioni del Comitato Tecnico Scientifico per quanto concerne le modifiche da attuare al protocollo per la ripresa degli allenamenti di gruppo, propedeutici a quella del campionato. E le ha accettate. Il numero uno della Figc ha accolto tutte le modifiche designate dal CTS (quarantena delle squadre in caso di nuovi positivi, responsabilità dei medici sportivi, necessità che i tamponi non vadano a discapito dei cittadini…), annunciando che il Calcio le recepirà e invierà al Cts per la definitiva approvazione un protocollo adeguatamente modificato, inviando così un segnale importante al Calcio italiano.
Il presidente della Federcalcio ha anche contattato il ministro dello sport Vincenzo Spadafora per comunicare la decisione, annunciando dunque la ripresa degli allenamenti a partire dal 18 maggio. E nel frattempo, con il protocollo sanitario ormai ben definito, la Lega Serie A ha fatto la prima mossa. Riunitasi in assemblea, la massima serie del Calcio italiano ha infatti fissato per il 13 giugno la ripresa del campionato.
Nelle intenzioni di Gravina c’è, però, non solo la Serie A, bensì anche la ripartenza di Serie B e Lega Pro, la cui ripresa, però, ad oggi è molto lontana. Non sarà affatto facile fare ripartire anche le altre due leghe, in particolare la ripartenza della terza serie sembra un’utopia.
Le difficoltà dei club nell’applicazione di un protocollo stringente, inapplicabile a livello strutturale e gravoso dal punto di vista economico sono oggettive, ma per adesso il Calcio preferisce non guardare in faccia la realtà, aspettando e sperando in un calo dei dati relativo ai contagi che possa permettere una ripartenza, magari ritardata, magari in estate. E l’attesa continua…
