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Coronavirus, riforme sì o no: le posizioni delle componenti federali. Finalmente si passerà all’azione?

Mercoledì in programma il Consiglio Federale FIGC, si accendono sollecitazioni in merito alla riforma dei campionati. Ecco le “buone intenzioni” delle varie componenti: quando la svolta?

Finalmente ufficiale la data della prossima riunione delle componenti federali che dovrà finalmente stabilire il destino dei campionati Prof. Mercoledì 20 maggio ci sarà l’occasione per prendere una decisione? E ci sarà spazio per parlare e mettere un qualche punto sull’inevitabile riforma dei tornei? Dopo anni e anni di parole e fumo, sarebbe pure ora.

Ecco tutte le posizioni in merito delle componenti:

GRAVINA, “LA NORMA ANTI-RICORSI CI PERMETTE DI OPERARE LA RIFORMA”

“La norma approvata dal Governo che ci consente di definire gli organici, le classifiche e prendere decisioni è una sorta di paracadute che ci aiuta per la stagione 2019/2020. Ma ci aiuta ancora di più per rilanciare un progetto di riforma per la stagione 2020/21”, ha dichiarato negli ultimi giorni il presidente della FIGC, che peraltro aveva proposto nel suo programma elettorale una riforma del sistema Prof.

 

LEGA B, BALATA: “METTERE MANO ALLE RIFORME”

Il momento di grave crisi che sta interessando anche il sistema calcistico, e che secondo gli analisti perdurerà per molto tempo, impone alla dirigenza che guida il movimento di mettere mano a quelle riforme necessarie a mettere in sicurezza il sistema e per questo non più rimandabili. Riforme che vanno affrontate con grande senso di responsabilità e con interventi mirati e decisi. Un percorso che determini un vero cambiamento nella direzione dell’innovazione e di un futuro del calcio che possa determinare la riaffermazione di quel ruolo di leadership che l’Italia ha sempre occupato nel contesto europeo e mondiale. Sostenibilità, regole di accesso rigide e chiare, trasparenza devono essere linee guida di una riforma complessiva che consenta di definire un sistema credibile e solido“, le parole del presidente della Lega B, che ha anche sottolineato le vedute comuni con la LND.

 

GHIRELLI, “BISOGNA CAPIRE QUANTE RISORSE CI SONO”

Non ho grande nostalgia della vecchia C2, se invece fosse un serbatoio per i giovani allora se ne può discutere. Il problema, prima del numero è quello di riunirsi attorno al tavolo e capire quante risorse ci sono. Dobbiamo fare una riforma istituendo un campionato con forte sostenibilità economica e una missione chiara, valorizzare i giovani e essere territorio“, una delle tante riflessioni del presidente della Lega Pro in merito alle proposte di riforma dei tornei. Il presidente contrario ad una “cancellazione” della serie C.

 

SIBILIA: “SUBITO LE RIFORME”

Grazie anche ai poteri ottenuti con l’ultimo Decreto governativo, abbiamo un’occasione unica per realizzare riforme strutturali e che non sono più rinviabili. Per la LND questo processo è imprescindibile. È necessario intervenire subito“, le parole inequivocabili di Cosimo Sibilia, presidente LND e che in CF ha il 34% del “peso”.

 

CALCAGNO: “SI RIFORME, MA NON SOLO RIDUZIONE SQUADRE, MA REDISTRIBUZIONE RISORSE”

Veniamo da anni di mancate riforme che non vuol dire un taglio di squadre, ma una diversa e più oculata distribuzione delle risorse all’interno del nostro sistema. Rispetto ad altri paesi, che spesso vengono presi ad esempio come Spagna o Inghilterra, da questo punto di vista siamo indietro e dobbiamo cogliere questa occasione per fare quelle riforme necessarie mai attuate fino ad oggi. Ne parliamo ormai da tanto tempo, noi non siamo mai stati contrari alla riforma dei campionati, ma abbiamo sempre sostenuto che non possiamo partire dal format, ma da una diversa distribuzione delle risorse, dalla revisione della legge Melandri e seguire gli esempi dei campionati esteri. Ridistribuendo meglio le risorse il numero delle squadre lo determinerà il mercato, ridistribuire non vuol dire dividere le ricchezze a meno squadre. Il calcio di base ha degli aspetti sociali importanti: abbiamo calciatori dilettanti che sono professionisti di fatto, e togliere squadre vuol dire togliere opportunità lavorative a tanti ragazzi e ragazze che vivono di calcio“, le parole di Calcagno, vicepresidente AIC in merito alla questione riforme.

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