I dottori continuano ad opporsi alla ripartenza del campionato, giudicando inapplicabili le linee guida sanitarie per la ripresa
Sul piede di guerra. I medici dei club di Serie C, nonché responsabili sanitari di essi, ribadiscono ancora una volta il proprio dissenso verso la ripresa del campionato di terza serie, che comporterebbe l’attuazione di due protocolli praticamente inapplicabili per (quasi) tutte le compagini della Lega Pro.
Il nocciolo della questione è sempre lo stesso, seppur i vertici del calcio italiano facciano ancora fatica (o finta?) a capirlo: mancano le strutture e le risorse economiche, una problematica già nota che, escludendo la massima serie, interessa quasi tutte le altre realtà professionistiche.
A ribadirlo, in Serie C, è stato il responsabile sanitario della Virtus Francavilla (club pugliese che milita nel girone della Reggina ed attualmente in zona play-off), Dino Furioso, che ai microfoni della Gazzetta del Mezzogiorno ha annunciato eventuali misure drastiche. “La maggior parte dei colleghi è d’accordo con me nel giudicare totalmente inapplicabile il protocollo sanitario, sia per questioni economiche che strutturali. È impossibile che la Lega Pro possa seguire un protocollo già complicato per la Serie A”.
Poi la rivelazione: ”Noi responsabili sanitari siamo disposti a dimetterci in massa entro il 28 maggio, così che non si possa giocare a priori vista l’assenza di personale medico sul campo. È normale che alcuni potrebbero non essere d’accordo con me, perché condizionati dalle società, ma siamo tutti consapevoli del rischio che correremmo tornando in campo“.