L’argentino ha sbagliato il secondo rigore ed è ancora a secco, ma è presto per giudicarlo finito. I segnali sono altri

Se hai 39 anni e giochi ancora a calcio a buoni livelli devi rassegnarti all’idea che saranno in tanti a giudicarti finito.  A maggior ragione se hai sempre fatto gol e dopo sei giornate sei ancora a secco.

Lo sa bene German Denis che, nelle prime sei giornate di campionato, sta praticamente tenendo da solo l’attacco della Reggina.

Al di là dei pregiudizi, al momento, le prestazioni del Tanque dicono altro.  Non è mai stato uno scattista, quindi prima di affannarsi a giudicarne la condizione fisica è meglio capire perchè lo hanno sempre chiamato “carro armato” e non sarà stato certo per le sue doti da centometristi.

I due rigori sbagliati in sei partite certificano che semplicemente non è momento. Un tiro dagli undici metri è uno di quei fondamentali che un cannoniere del suo calibro riuscirebbe a calciare con efficacia a qualsiasi età. Invece, al momento, le cose vanno semplicemente male.

Lo si capisce anche da quella strepitosa azione con cui ha colto un palo a Berisha battuto. Altro biglietto da visita di un momento che più negativo non si può.

Perché è vero che è a secco da sei partite, ma è anche vero che qualche gol lo avrebbe potuto fare.  A partire dalle occasioni avute a Salerno, quelle contro il Cosenza o l’Entella.

Se ci arriva, vuol dire che ne ha ancora. Se riesce a vincere contrasti fisici e si batte come un leone significa che il tramonto può attendere.

Semplicemente non è momento.  Il fatto che, a fine partita, vada a conferenza stampa a parlare del suo rigore sbagliato significa che c’è ancora con la testa e che, soprattutto,  lui alla Reggina tiene tantissimo.

Potrebbe bastare un gol per cambiare le cose.