Quella contro i grigiorossi sarà l’ultima uscita in dodici mesi segnati dalla pandemia ma anche da una promozione attesa sei anni
Ore 15. La Reggina, in questo 30 dicembre, chiude il suo 2020. Un anno che, per l’umanità, è stato sinonimo di una sciagura: la Covid. Il calcio, però, non sempre va di pari passo con la vita e i colori amaranto si congedano da questo anno solare con la consapevolezza che è stato la dimensione temporale in cui si è configurata una grande impresa: il ritorno in Serie B.
La beffa è stato non poterlo festeggiare nel modo in cui Reggio sa fare. Quello che Luca Gallo, Massimo Taibi, Mimmo Toscano e i suoi ragazzi avrebbero meritato. Con grandi feste di piazza, esodi per le ultime trasferte.
Ormai, però, è andata e adesso la realtà per fortuna si chiama Serie B. La gara contro la Cremonese chiuderà dodici mesi calcistici comunque positivi e quella contro i grigiorossi sarà l’occasione per predisporsi nel migliore dei modi a quello che potrà essere un nuovo inizio.
La Reggina si approccerà al 2021 con la consapevolezza che sarà un nuovo inizio. Si potranno recuperare gli infortunati, ci sarà qualche innesto e il progetto di Marco Baroni avrà nuovo vigore.
Anche con una tranquillità maggiore derivante dalla possibilità di avere meno pressioni, una volta presa consapevolezza che la B è un campionato durissimo e raggiungere grandi risultati senza programmazione nel tempo è molto più difficile che in Serie C.