Gli amaranto sembrano più attenti a cercare altri profili idonei a rafforzare la rosa rispetto alla figura del centravanti

“Manca un centravanti”. È stata questa a lungo tempo l’opinione diffusa di tifosi e addetti ai lavori rispetto ad una Reggina che, a lungo, ha dato l’idea di non avere sufficienti risorse offensive.

Il tutto come conseguenza di un rendimento al di sotto delle aspettative di un Lafferty già sbarcato e di un Vasic in attesa di collocazione.

Chiedere gli straordinari a German Denis è stato un azzardo che, in casa amaranto, si augurano di poter non ripetere grazie al recupero di  Charpentier.  Ma anche con quello di Jeremy Menez.

Sì, perché il tecnico ha tutte le intenzioni di far giocare il transalpino come falso nueve.  Un modo per sfruttare la sua capacità di vedere il gioco come una sorta di pivot di calcio a cinque, ma anche per sfruttare la sua capacità offensiva in un zona di campo dove potrebbe venire meno la necessità di quel dinamismo che non sembra il calciatore ha dato l’idea di avere nelle corde.

Si spiega così, al momento, una scarsa frenesia nell’andare a prendere un attaccante, tenuto conto che si aspetterà l’occasione buona per prenderne uno e solo se sarà considerato funzionale all’idea di calcio di Baroni che, comunque, ne utilizza sempre solo uno.

Senza dimenticare che anche, Rivas, all’occorrenza può agire in quella posizione.  Tuttavia, risultano verosimili eventuali profili che corrispondono a calciatori come il baby dell’Inter Sebastiano Esposito.

A Baroni non piacciono i giocatori forti di testa, ma quelli che hanno passo, attaccano la profondità e sono interscambiabili nell’economia del 4-2-3-1.

Non è un caso che con lui Fabio Ceravolo abbia vissuto la sua stagione migliore al Benevento.  Oggi, però, il suo profilo è stato messo da parte, forse perché lo scatto non è più quello dei tempi migliori.