Gli amaranto, in terra pitagorica, provano a dare continuità alla propria scia di risultati
Sabato, 11 settembre. È il giorno di Crotone-Reggina, una gara che per gli amaranto rappresenta uno spartiacque importante. Messe in archivio le prime due giornate, la sfida dello Scida sarà un banco di prova che offrirà risposte significative su più direzioni.
La prima è l’opportunità di saggiare la consistenza della squadra lontano dalle mura amiche. L’altra è la capacità di fronteggiare le difficoltà relative all’assenza di calciatori importanti come Jeremy Menez e Rigoberto Rivas, arrivato solo alla vigilia del match.
Lo stesso Alfredo Aglietti, a ventiquattro ore del match, ha parlato di “gara da tripla”. Il Crotone è una neo-retrocessa, ma ha rivoluzionato l’organico allestendo una delle rose più giovani del campionato. La capacità del sodalizio pitagorico di individuare i migliori talenti in circolazione è una sorta di polizza assicurativa sul fatto che i rossoblù sono comunque una buona squadra e che si giocheranno fino alla fine l’opportunità di raggiungere quantomeno i play off.
Sarà una gara molto diversa dalle prime due, per tanti motivi. Un denominatore comune potrebbe essere la difficoltà regalata dal terreno di gioco. In occasione della prima e seconda partita c’era una superficie ai limiti della praticabilità per le condizioni deficitarie in cui si è presentato il Granillo. Allo Scida, invece, il possibile impaccio nel far girare la palla potrebbe dipendere dal campo reso pesante dalla pioggia che si annuncia copiosa su Crotone per la giornata di sabato.