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Reggina: un’andata sopra il reale valore, un ritorno in cui si può ancora riscattare

Il ko con i sardi conferma l’impressione che era sorta da qualche settimana

A Pippo Inzaghi va riconosciuto che l’aveva sempre detto che c’erano squadre con una rosa di altro livello rispetto a quella amaranto. Sono quattro o cinque e, gradualmente, stanno venendo tutte fuori. Se non altro, come il Parma, lo hanno dimostrato nella partita secca di Reggio Calabria. Altre come Genoa e Pisa, gradualmente, si stanno riprendendo le posizioni che gli si indicavano a inizio stagione e altre, vedasi Cagliari, sono lanciatissime.

C’è qualcuno che può sindacare sul fatto che queste rose non siano migliori di quella della Reggina? Nessuno! Soprattutto se si esce dai primi dodici-tredici elementi, il dislivello è abbastanza chiaro anche valutando il rendimento dei subentrati.

La Reggina probabilmente non è quella dell’andata che, a lungo, è andata oltre le proprie possibilità. Lo ha fatto viaggiando sulle ali dell’entusiasmo, proponendo un calcio brillante , beneficiando di qualche episodio e contingenza positiva. Questo non sminuisce il lavoro di Inzaghi, ma semmai lo valorizza.

La Reggina, però, non è neanche quella del girone di ritorno. Ci sono otto partite affinché la squadra dimostri che quanto sta accadendo sia frutto di qualcosa di anomalo.I punti che mancano sono le due vittorie di Cittadella e Cosenza, partite che erano saldamente in pugno e sono state gettate alle ortiche. Quei due successi forse oggi darebbero una dimensione diversa delle cose, benché sia chiaro che ci sono formazioni di altro livello.

 

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