
L’ex golden boy amaranto non dimentica il suo passato reggino. Secondo Orlando, la B è già appannaggio della formazione allenata da Mimmo Toscano
Massimo Orlando è stato uno degli affari più rilevanti della fu Reggina Calcio, il club sorto dal fallimento della AS Reggina nel 1986. Pescato in Veneto nel vivaio del Conegliano, il talentuosissimo centrocampista offensivo non ha poi dimostrato appieno il suo enorme bagaglio tecnico, nonostante le ottime stagioni alla Fiorentina. Nel 1990, il club calabrese lo cedette alla Juventus per la cifra ragguardevole di sei miliardi di lire, una manna dal cielo per un team costruito a “pane e acqua” dalla allora giovane dirigenza capitanata da Benedetto e Lillo Foti.
Intervenuto sulle pagine di Gazzetta del Sud, Orlando non dimentica la “sua” Reggina: “Quando sono libero la seguo in tv. Fa piacere che sia in testa. Primato meritato, buon lavoro di Toscano. Con Mimmo ci conosciamo da più di trent’anni. Giocammo assieme proprio a Reggio. Forse il Bari, dal punto di vista delle individualità, sembra avere qualcosa in più. La differenza l’ha fatta il gruppo amaranto che appare granitico. I biancorossi stanno pagando l’avvio altalenante. Se il campionato dovesse riprendere, come mi auguro, la formazione del presidente Gallo non dovrebbe avere problemi a raggiungere la B”
Sulla riforma della Lega Pro: “Troppe sessanta squadre. Serve una drastica riduzione, altrimenti il comparto rischia di esplodere. Ci sono club che il prossimo anno, anche per le conseguenze del coronavirus, non potranno iscriversi“.
