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Reggina, Toscano a 360°: ”Gallo, la squadra, la curva, i singoli, lo staff, il passato ed il futuro: vi dico tutto”

In diretta sui canali ufficiali della Reggina 1914, il tecnico amaranto ha risposto alle tante domande dei tifosi

Sulle parole di Gallo su di lui – ”Sono contento delle parole del presidente ma non c’era bisogno che le dicesse perchè sin dal primo giorno ho avvertito la sua stima ed il suo affetto nei miei confronti, oltre allo spessore umano della persona. Il primo fautore è il presidente perchè se non ci fosse stato lui dal gennaio scorso credo che a Reggio non si parlerebbe di tutto ciò. Da reggino mi sento di ringraziare una persona che è venuta da fuori ad investire in questa città, che aveva bisogno di qualcosa che la spingesse per rinascere. Mi auguro che la Reggina possa far crescere anche la città di Reggio, che da quando sono tornato a viverla ho visto priva di sogni, invece ha delle potenzialità incredibili”.

”Oggi parlare di calcio è difficile, perchè c’è un dramma in corso che speriamo finisca il prima possibile. Sicuramente venerdì ci sarà una riunione importante dalla quale potremo capire qualcosa in più sul futuro. Credo che verrà presa la decisione migliore per tutti, in ogni modo mi è sembrato di capire che non si voglia prescindere da promozioni e retrocessioni. Comunque sia, non è compito mio decidere su quello che sarà del campionato, al calcio sto pensando ben poco in questo momento”.

In ricordo di Giacomo Battaglia, scomparso un anno fa – ”Era una persona straordinaria, a lui, oltre che a Gigi Misefari, mi legano tantissimi ricordi dei periodi in cui militavo nella Reggina. Lo voglio ricordare con tanto affetto perchè ci manca tanto”.

Sulla squadra – ”Ultimamente li sto seguendo solo sui social. Il dottore li controlla la mattina, il prof stabilisce i piani di allenamento ed il nutrizionista li segue con l’alimentazione, se sentissero anche me…(ride, ndr). Dopo qualche video-chiamata collettiva, li sto seguendo indirettamente. E’ un gruppo intelligente che ha bisogno di poche parole, ormai ci conosciamo bene. Allenamenti? Per quello che si possa fare in questo periodo credo che i ragazzi lo stiano facendo perchè sono grandi professionisti con una fame immensa di dimostrare il proprio valore”.

”Continuo a non parlare dei singoli, ero convinto insieme a Taibi di aver costruito una squadra forte, ma con il tempo ha dimostrato di esserlo ancor di più. I miglioramenti si sono visti di settimana in settimana e nei momenti di difficoltà la squadra ha continuato a vincere, anche se non giocando benissimo, portando a casa punti importanti”.

”L’abbraccio sotto la curva? E’ il simbolo di quello che si è creato dal primo giorno. Un’unità di intenti ed una voglia di lavorare ed essere sul pezzo 24 ore su 24 e quell’esultanza è la testimonianza di ciò che si è creato. Se non si crea la chimica e l’alchimia giusta, quella che si è creata a Reggio, raramente si va lontano, non basta avere una squadra forte, ci vuole che tutte le componenti – società, staff, calciatori, tifosi e città – siano unite”.

”Scindere l’essere l’allenatore della Reggina e l’essere un reggino tifoso della Reggina è stato un lavoro faticoso, il più difficile, perchè certe volte esce fuori quella tua regginità che non deve uscire. La squadra ha capito il senso di appartenenza che volevo trasmettergli e lo hanno dimostrato in campo”.

Su Mastour – ”Hachim ha delle qualità tecniche fuori dal normale, deve capire come e quando metterle a disposizione del gruppo. Ci sta mettendo tanta voglia ed applicazione e credo che possa essere un giocatore importante per la Reggina ma per qualsiasi squadra in generale”.

Il rapporto con Taibi – ”Con Taibi non ci conoscevamo. Riconosco che non ho un carattere facile, ma quando abbiamo iniziato a capire come eravamo fatti c’è stata la fiducia reciproca nel lavorare insieme e si è creato un grande rapporto”.

”Ho tanta voglia di tornare al Granillo, mi manca festeggiare le vittorie davanti al nostro pubblico e sotto la nostra curva”.

Il rapporto con Gallo – ”Il mio rapporto con lui è splendido, è una persona molto simpatica ed amabile, con la quale si dialoga molto tranquillamente. A volte ci sentiamo poco perchè temiamo di disturbarci a vicenda, ma quando ci sentiamo o ci vediamo ci facciamo tante risate e parliamo di calcio”.

”Il calciatore più forte che io abbia allenato? Forse Stefano Fiore, un calciatore che ho avuto il piacere di conoscere ed allenare a Cosenza, non pensavo fosse così forte ed umile, poi ho capito il perchè della sua carriera incredibile e del suo arrivo in nazionale”. 

”Vorrei aprire una parentesi sul mio staff, che svolge un gran lavoro dietro le quinte. Quest’anno non conoscevo nessuno oltre Michele Napoli, con il quale c’è un rapporto di amicizia che va oltre l’aspetto professionale. Ho avuto la fortuna di conoscere tante persone straordinarie e professionali, che stanno contribuendo a questa cavalcata”.

”Da giocatore ad allenatore della Reggina? E’ completamente diverso. Quando fai il calciatore ti concentri sulle tue qualità e sulla tua prestazione, quando sei allenatore su quella di 50 persone, devi gestire tante cose”. 

Sul presidente Bandecchi – ”Ha dimostrato la sua intellettualità, ma l’ho capito subito dopo la partita contro di noi, quando entrò nel nostro spogliatoio per farci i complimenti”. 

”Mercato per la prossima stagione? E’ ancora presto per parlarne, poi ancora ci sono 8 partite alla fine. Prima di tutto bisogna dare merito a questo gruppo di lavoro che sta facendo cose straordinarie, poi si vedrà. Ancora è prematuro parlare di questo”.

Su Denis – ”Germàn, come tutti i componenti di questo gruppo, è stato una sorpresa. Sapevo del suo passato e delle grandi qualità tecniche, ma dal punto di vista umano è stato una sorpresa. Si è messo in discussione in un ambiente nuovo con tanta umiltà, mettendosi sempre a disposizione del gruppo. E’ un motivo di orgoglio da parte sua, ma tutto ciò vale anche per tutto il resto del gruppo”.

”Quando appesi gli scarpini al chiodo? Giocavo nel Rende ed il direttore Mirabelli mi disse che avrei dovuto smettere di giocare per fare l’allenatore. Devo dare i meriti a lui, che ci aveva visto bene”. 

Gare sofferte – ”Di partite in cui abbiamo sofferto me ne ricordo poche, forse Vibonese e Cavese, ma non so se per meriti loro o demeriti nostri”. 

Sull’intuizione di Napoli con il Catanzaro – ”Dovevamo scegliere se contenere il risultato o rischiare. Alla fine Michele mi disse di giocarcela fino alla fine perchè avevamo l’inerzia della gara nelle nostre mani ed alla fine l’intuizione si è rivelata vincente”.

”Analogie con la stagione 94-95? Erano anni diversi, ma devo dire che c’era la stessa compattezza del gruppo. Tuttavia, credo che tecnicamente questa squadra sia molto più forte di quella”.

”Modelli di ispirazione? Agli inizi della carriera mi entusiasmava guardare due tipi di allenatori, ovvero Gasperini e Pasquale Marino. Mi piaceva come facevano giocare le loro squadre e capì che anch’io avrei voluto che le mie squadre giocassero come le loro”

Su Bresciani – ”Fino al suo infortunio ha dato un apporto importante alla Reggina nel suo ruolo, che lo ha interpretato bene. Sfortunatamente l’infortunio lo ha fermato per molto tempo, ma il suo contributo è stato notevole”.

Su Paolucci e De Francesco – ”A gennaio il ragazzo poteva andare via. Ho avuto un confronto con lui, credevo che avrebbe potuto dare il suo contributo alla causa. E’ un giocatore forte, ha trovato poco spazio ma non per demeriti suoi ma per meriti degli altri. Quando è entrato ha fatto sempre bene, ha determinato per 9 punti. Stessa cosa per De Francesco, qualche infortunio lo ha penalizzato, ma ha sempre dato il suo contributo ogni volta che è stato chiamato in causa”.

”La vittoria che non mi ha fatto dormire? Dopo le partite in generale dormo poco la notte, paradossalmente dormo di più il giorno prima. Ci sono state tante partite che non mi hanno fatto dormire, una di questa la vittoria nel derby col Catanzaro”.

”La cosa più bella è che si parli della Reggina, sia a Reggio che in Italia in generale. L’importante è che la Reggina sia viva, che Reggio sia viva”. 

 

 

 

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