L’ultima volta che lo stadio ha aperto i suoi cancelli era l’1 marzo, mercoledì avrà una nuova veste e tanta tristezza
La Coppa Italia, per molti, è soprattutto un impaccio, inutile girarci attorno. Soprattutto per chi non punta a vincerla. Diventa una bel banco di prova quando arriva prima dell’inizio del campionato, ma quando si infila tra le gare di campionato gli allenatori la maledicono.
Stavolta, però, allenatori come Mimmo Toscano e squadre come la Reggina potrebbero viverla come un’occasione per affinare schemi impossibili da oliare in estate per le pochissime amichevoli organizzate.
Gli amaranto manderanno in campo quanti non hanno giocato a Salerno e daranno spazio agli ultimi arrivati.
Tuttavia, la sfida contro il Teramo (attenzione al fischio d’inizio, ore 14) avrà anche un valore simbolico.
Rappresenterà, infatti, la prima volta che il Granillo aprirà i cancelli dal lockdown in avanti. L’interruzione anticipata del campionato di Serie C ha fatto si che la Reggina sia rimasta a lungo ferma.
Il paradosso è che quel ricordo corrisponde ad uno dei rarissimi passi falsi della scorsa stagione. Il Monopoli, beneficiando della superiorità numerica (De Rose espulso), ebbe ragione su Denis e compagni, ancora euforici per la straordinaria vittoria di Catanzaro.
Sarà strano vedere lo stadio deserto, con l’eccezione di un centinaio di addetti ai lavori.
La sensazione sarà ancora più particolare se si considera che l’impianto presenterà un nuovo abito per effetto della sostituzione dei seggiolini di Curva Sud e Curva Nord, seguiti a quelli già operati per la Tribuna Est.
Il terreno di gioco è indecente, come si fa a giocare in serie B…siamo al 30 settembre non a luglio/agosto…non so di siano le responsabilità ma è vergognoso