
Gli amaranto non riescono a concretizzare l’enorme mole di gioco prodotta, occorrono soluzioni sotto porta.
Quando una squadra tira dieci volte verso la porta e a negargli il gol ci sono i miracoli del portiere è difficile colpevolizzarla più di tanto.
Gli si può tirare le orecchie per qualche colpo di tacco di troppo, per qualche tiro dal limite che manca e per una manovra che, in qualche caso, può essere meno compassata.
La sensazione è che nella Reggina di quest’anno, al momento, manchi uno stoccatore. Una sorta di Re Mida che trasformi in oro tutto ciò che tocchi. Quello che, per intendersi, era Simone Corazza l’anno scorso.
Un calciatore che ha trovato un’annata di straordinaria prolificità, un elemento che sappia farsi trovare sempre al posto giusto e nel momento giusto. Uno che ha dato la possibilità a Denis di trovare la condizione migliore, potendolo aspettare come valore aggiunto e non come salvatore della patria.
Non manca Corazza, inteso come Simone, alla luce del fatto che la categoria è cambiata ed era tutt’altro che scontato che potesse confermare quei numeri che, prima di Reggio, mai aveva raggiunto in carriera.
I dati di fatto dicono che, in questo momento, la squadra si sta poggiando su German Denis che tra l’altro le sue occasioni se le crea, ma non è in un periodo d’oro.
Lo si evince dal modo in cui ha tirato quel rigore. Anche a cinquant’anni sarebbe in grado di tirare un rigore migliore di quello che ha calciato contro il Cosenza.
Al momento in rampa di lancio c’è Lafferty, per il quale gli impegni con la nazionale ne hanno limitato l’utilizzo. Probabile che nel prossimo impegno toccherà a lui.
Ci sono anche Vasic e Charpentier. Ci si augura che il loro rendimento sia tale da non dover recriminare per qualcosa di diverso che si sarebbe potuta fare sul mercato. E che magari uno dei due si trasformi nel Corazza di turno.
