Contro il Pisa gli amaranto sono chiamati a fare risultato per evitare di sprofondare nelle sabbie mobili da cui è difficile uscire, soprattutto a livello psicologico
Più o meno alle 23 di domenica saranno passate solo otto giornate di campionato. Abbastanza poche sulle trentotto complessive. Il dato è ancora più sommario se si considera che quello cadetto, almeno nella fiera delle banalità che corrispondono al vero, è un torneo dove bastano due vittorie per arrivare a lottare per la promozione e due sconfitte per rischiare la retrocessione.
Il punto di vista, però, torna utile soprattutto se si è in alto e c’è l’intenzione di non far fare voli pindarici ad ambiente e squadra. Non è il caso della Reggina che oggi occupa la parte destra della classifica ed ha come obiettivo quello di stare dall’altro lato.
Ci sono squadre come il Pisa che hanno giocato una gara in meno e potenzialmente sono alla pari degli amaranto. Tuttavia, questo è il momento in cui si può pensare solo a se stessi. Ma occorre fare risultato. Contro i toscani non si può sbagliare e gli amaranto sanno di avere la pressione addosso.
Un passo falso equivarrebbe a trovarsi con una graduatoria particolarmente deficitaria e dove ci sarebbe un rischio, seppur parziale, di sabbie mobili.
La posta in palio contro il Pisa pesa. Anche perché dopo si va a Monza.