L’intervento del presidente Gallo apre una nuova pagina per la stagione 2020-2021 della squadra amaranto.
Il Pisa passa a Reggio e, in mezzo a tante negatività, la Reggina può cogliere un aspetto positivo: c’è un nuovo obiettivo chiaro. Serie A? Prime dieci? No, questo è il momento di pensare a salvarsi.
Il primo a parlare di salvezza era stato uno che, in questa prima parte di stagione, è stato tra i migliori, ossia Nicola Bellomo. Segno che, oltre alla lucidità in campo, in questa fase lo caratterizza anche quella osservatore.
La sua non era stata un’uscita casuale. Un giocatore sa cogliere segnali che non sono solo tecnici. In questa fase, agli amaranto, tutto quello che può andare male lo fa. E questa non è un’attenuante, ma un’aggravante. La fortuna o la sfortuna di una squadra fanno parte dei limiti o della forza. Lo sa bene Mimmo Toscano che, un anno fa di questi tempi, vedeva la sua squadra schiacciasassi accusata da qualcuno di essere fortunata. In quel caso non era certo il fato a premiare quello che era un vero e proprio rullo compressore.
La fortuna è un concetto che si può utilizzare per una partita. Se la si chiama in ballo troppe volte in una stessa stagione (in questo caso otto partite) significa che c’è qualcosa che non va. La squadra con Menez è una cosa, senza il francese un’altra. Sarebbe così per qualsiasi squadra, ma appare evidente che l’assenza di alternative sul piano del gioco non la la si può imputare alla malasorte. Così come se un giocatore eccellente come Crisetig perde qualche pallone di troppo e non ha la lucidità per evitare un fallo tattico che gli costa l’espulsione.
Alla Reggina, in questa fase, manca spesso ciò fa la differenza negli altri: portieri che parano e attaccanti che segnano. Per non parlare del ritmo: quando c’è Menez lo detta la squadra di Mimmo Toscano, quando capita (come nella prima parte del match con il Pisa) che il francese fatichi ad avere la palla o non ci sia si spegne la luce e il ritmo degli altri è motivo di difficoltà.
Per non parlare delle evoluzioni delle partite: spesso e volentieri gli altri le risolvono nel secondo tempo, con i cambi.
Il quadro è degno di analisi. Ma c’è una nota lieta: non ci sono più pressioni, la squadra deve pensare a salvarsi.
Senza centravanti non andiamo lontano.
Bravo Pasquale, non ci sono più pressioni. Il presidente, che aveva creato illusioni, lo ha capito ed ammesso di avere sbagliato e non solo lui.Ha capito che la B non è la C e non si vince con i nomi di calciatori attempati. Ma non roviniamo tutto, lo dico ai tifosi. Ciao
E’ IL MOMENTO DI FARE BLOCCO (GRANITICO) INTORNO ALLA SQUADRA; ORA SOLO UN TARGET: MANTENIMENTO DELLA CATEGORIA.