I brianzoli guidano la speciale classifica delle squadre che hanno avuto assegnati più tiri dal dischetto
I rigori vanno anche segnati. Lo sa bene la Reggina che, in questa stagione, ha già lasciato per strada diversi punti per l’inaspettata fallacità di German Denis dal dischetto. Due sue due sono gli errori amaranto.
Tuttavia, arrivare ad avere un rigore significa avere una chance importante per indirizzare nel modo giusto una gara.
Persino per guadagnarseli occorre malizia, capacità di indurre l’avversario a farti fallo in area ed essere smaliziato almeno quanto il marcatore.
E il Monza di giocatori capaci di avere questo tipo di risorse ne ha a iosa. Anche perché il presupposto per avere rigori a favore resta la capacità di entrare spesso in area. Più ci arrivi, più ne ottieni.
C’è poi l’altro parametro: ossia la sudditanza psicologica. Quella che nel calcio si tira fuori da quando si vuole indicare, da parte degli arbitri, un’inconscia tendenza a non scontentare società e figure dirigenziali rilevanti che potrebbero fare un po’ più chiasso a livello mediatico di altri. E il Monza, in quanto ad autorevolezza delle figure dirigenziali, ha poco a che spartire con la Serie B.
Ma questa è solo una ricostruzione che resta sospesa ed animata da un pizzico di malizia, dato che non può trovare conferma oggettiva.
Di certo c’è che, al momento, i brianzoli sono in testa alla classifica dei rigori ricevuti: 4 su 7 partite (non 8). Più di uno ogni due partite.
Per la Reggina l’obiettivo resta, a prescindere da tutto, tenere il più possibile gli avversari dall’area di rigore.