
Il neo presidente AIC parla della norma che agevola, con una tassazione di favore, il rientro in Italia dei lavoratori che in passato hanno operato nel Belpaese. Compresi i calciatori
La norma impatriati del Decreto Crescita è molto gradita ai club Prof Italiani, che hanno la possibilità di sfruttare una tassazione agevolata andando a ingaggiare calciatori che in passato hanno militato in club italiani. Addirittura, la tassazione è ulteriormente ribassata nel caso la società sia installata nel Sud Italia.
Non è un mistero, e peraltro si tratta di una pratica assolutamente legittima e legale, che la Reggina si sia avvalsa di questa norma, in particolare nei casi Menez, Lafferty e Faty, come anche dello stesso Denis. In tempi di crisi un ulteriore aiuto per i club calcistici, gravati da spese e oneri.
A proposito della norma, il neo presidente AIC, Umberto Calcagno, ha detto la sua nel corso di un’intervista a 90^ Minuto: “Abbiamo la legislazione che a partire dalla cosiddetta legge Melandri, quindi ormai da una ventina di anni, distribuisce risorse all’interno del sistema finalizzandole alla valorizzazione dei vivai nazionali, mentre la norma sui c.d. impatriati oggettivamente crea delle storture sul mercato del lavoro, e nel contesto sportivo ancor di più non agevolando i nostri ragazzi ad avere degli sbocchi professionali importanti”.
Calcagno ha anche toccato il tema del tetto degli ingaggi, proposto in queste settimane da qualche dirigente della serie A: “Non credo che il tetto agli ingaggi sia la strada giusta, abbiamo già un’esperienza vissuta per un decennio in serie B con il salary cap che è stata negativa, perché non ha risolto i problemi di sostenibilità ed equilibrio competitivo in quel sistema e ha creato delle storture molto forti: come ben sapete i calciatori di un certo livello non svolgono soltanto la loro prestazione tipica sul campo, ma anche contratti che riguardano prestazioni accessorie quali ad esempio lo sfruttamento dell’immagine”.
NORMA IMPATRIATI: DI COSA SI TRATTA – Nel dettaglio, ecco cosa prevede la norma impatriati:
È un regime di tassazione agevolata temporaneo, riconosciuto ai lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia (articolo 16, comma 1, Dlgs n. 147/2015).
Affinché sia applicabile, devono sussistere due presupposti:
- il lavoratore non è stato residente in Italia nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno due anni
- l’attività lavorativa è svolta prevalentemente nel territorio italiano.
Per i contribuenti che si trovano in tali condizioni, nel periodo d’imposta in cui la residenza viene trasferita e nei successivi 4 il reddito di lavoro dipendente (o a esso assimilato) e di lavoro autonomo prodotto in Italia concorre alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30% dell’ammontare ovvero al 10% se la residenza è presa in una delle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.
