L’ex Perugia fa vedere le cose migliori nella metà campo avversaria ma partendo dalla difesa

Di Gianluca Di Chiara si dice spesso abbia grandi doti tecniche. Che le cose migliori le fa vedere quando si tratta di spingere e di far valere il suo sensibilissimo mancino.

Non è un caso, ad esempio, che il gol di Bianchi sia arrivato su un suo cross millimetrico a Vicenza.

Tuttavia, non era scontato il perché Baroni, che lo conosce sin dai tempi di Benevento, scegliesse di schierarlo terzino sinistro. Un controsenso forse se si considera la sua maggiore abilità ad offendere ed una primissima parte di carriera dove addirittura faceva l’attaccante, prima di consacrarsi come esterno.

Dopo le prime tre partite della Reggina sotto la nuova guida tecnica è stato possibile appurare come Baroni chieda ai suoi esterni alti di creare gli spazi affinché al cross ci arrivino i terzini.  Accade sia a destra dove c’è Delprato che, a sinistra, dove c’è per l’appunto Di Chiara.

E pazienza se si rischia di pagare qualcosa sul piano difensivo, anche perché lo stesso neotecnico amaranto ha fatto capire di preferire sempre un passo in avanti e non indietro della squadra.

Arrivare dalle retrovie può dare a Di Chiara una maggiore libertà per il cross, sia che questo arrivi dal vertice dell’area di rigore o dal fondo. A contenerlo spesso ci sono calciatori che giocano in settori più avanzati degli scacchieri avversari e questo rende molto più efficace le avanzate dall’ex esterno del Perugia.