Tutti gli avversari degli amaranto hanno quasi sempre messo a segno le massime punizioni decisive nell’economia delle gare
Il calcio non ha la certezza dell’aritmetica, ma a volte i numeri possono contribuire a dare modo di come gli episodi possono spostare in un modo o nell’altro la direzione di una stagione. C’è, ad esempio, un fondamentale che a livello di calcio giocato spesso viene dato per scontato: il rigore e la sua trasformazione.
La Reggina ha scoperto suo malgrado che le normali alte percentuali di realizzazioni si possano scontrare con anni maledetti dal dischetto.
La Reggina dopo un girone e tre penalty a favore si scontra con un numero che parla dello 0% di rigori segnati.
La cosa grave è che sono stati errori tutti potenzialmente decisivi. Con il Cosenza Denis ha sbagliato sullo 0-0 e in una partita che è stata un vero e proprio tiro a segno contro l’arroccatissima squadra rossoblu. Segnare avrebbe fatto la stessa differenza che c’è tra il bello ed il cattivo tempo.
Contro la Spal l’argentino ha fallito sullo 0-1 per gli emiliani. Contro il Lecce, invece, Jeremy Menez ha mancato il gol sempre con un gol di svantaggio dagli avversari. Il totale fa 5, come i punti che la Reggina potrebbe aver lasciato per strada per effetto della scarsa fortuna nelle conclusione dal dischetto.
Il dato diventa ancora più duro se si considera che gli avversari hanno praticamente fatto sempre centro nel momento in cui il tiro dagli undici metri è stato decisivo.
Su cinque rigori a sfavore subiti dagli amaranto gli unici a sbagliare sono stati Galano del Pescara (anche sullo 0-0, ma in una partita finita 3-1) e Boateng (a Monza, dove il tiro dagli undici metri non é valso una rete potenzialmente decisiva).
I rigori pesanti come, ad esempio, quello del Cittadella (sull’1-0 per gli amaranto al Granillo), i due quasi allo scadere contro Entella e Frosinone, sono sempre andati a segno.
I dati di fatti dicono che, in questo momento, quello dei calci di rigore è un problema che nell’anno della Reggina ha spostato gli equilibri.
