Nella sfida tra le due compagini uno tra i temi dominanti è il solidissimo rapporto tra le tifoserie

Non è facile trovare nel calcio due tifoserie accese come quelle di Reggina e Salernitana. Men che meno trovarle e immaginare che possano essere legate da un solidissimo rapporto di fratellanza che dura da oltre trent’anni, in un triangolo che coinvolge anche il Bari.

Con i granata in lotta per vincere il campionato e un pubblico amaranto che avrebbe risposto “presente” già con un’importante campagna abbonamenti sulla scia dell’entusiasmo per la promozione, l’impianto di Reggio Calabria avrebbe assicurato uno spot di livello per la Serie B.

Come molte cose, però, questo è il periodo in cui c’è da dare priorità ad aspetti della vita che vanno oltre il calcio.  Lo sanno bene anche le tifoserie delle due squadre che spesso si sono fatte apprezzare per iniziative fuori dal campo legate a valori di beneficenza e solidarietà.

Non potrà esserci, dunque, il consueto corteo che si snodava per le vie di Reggio e con le tifoserie abbracciate in unico coro pronte a raggiungere lo stadio dove, solo lì, avrebbero occupato settori diversi.  Ma l’abbraccio, quantomeno ideale, ci sarà comunque.

Legate alle sfide tra Reggina e Salernitana non sono però mancate sfide in campo che si sono rivelate appassionanti e che hanno lasciato i contenuti del gemellaggio agli spalti. Molto spesso,, questi ultimi, gremiti da veri e propri esodi che hanno portato una o l’altra tifoseria a invadere l’altra città. Era capitato, ad esempio, nella stagione 1995-1996 quando quasi 6.000 salernitani affollarono il Granillo con i granata in lotta per la massima serie.  Finì 1-1 e in quell’occasione a negare la vittoria alla Reggina ci fu un contestatissimo rigore assegnato per un atterramento di Pisano.  E come dimenticare quando nel 2002 furono almeno 9.000 i reggini che giunsero all’Arechi per spingere gli amaranto di Franco Colomba verso la seconda promozione in Serie A.