Sta facendo discutere un gesto avvenuto dopo la sostituzione del francese, ma è una polemica sul nulla
Può un gesto mettere in discussione la professionalità e l’attaccamento di un giocatore? La risposta, a giudicare da quanto sta accadendo in parte con Menez, sì. Il calciatore, subito dopo essere stato sostituito ed aver dato la mano a Baroni, si è tolto la maglia e l’ha scagliata lontano.
Si può dire che Menez ha avuto scarso rispetto per il “tessuto”, ma non per la maglia. Sì, perché in campo il francese ha dato dimostrazione di tenerci alla Reggina e la rabbia mostrata dopo il cambio ne è stata ulteriore dimostrazione.
Altre prove concrete erano arrivate in campo, a partire da una rincorsa a un avversario durata quaranta metri e una scivolata con perfetto tempismo a pochi minuti dalla fine della partita. Cosa che se non ci sei con la testa, non la fai.
Non è un caso che, però, la maggior parte dei tifosi abbia colto la frustrazione di Menez per non aver fatto gol o un assist vincente in quel gesto che si presta (neanche troppo a dire la verità) a strumentalizzazioni. Un segnale positivo, soprattutto per chi spesso viene tacciato di indolenza.
La verità è che, data la sua nomea, il francese diventa spesso un parafulmine ideale per strumentalizzazioni, decontestualizzazioni e ricostruzioni artificiose.
Il dato di fatto ineluttabile è che in pochi sanno giocare a calcio come lui, averlo in campo con la testa che ha avuto contro la Salernitana e sostenerlo sarebbe un grosso passo in avanti nel percorso che porta la Reggina fuori dai guai.
C’è un dato he dovrebbe far riflettere: la Reggina con Menez in campo per almeno cinquanta minuti non ha mai perso. Sarà un caso? Forse.
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