
All’Adriatico gli amaranto ottengono tre punti in maniera meritata, decisivi i cambi nella ripresa
Non c’è stata partita tra Pescara e Reggina. Un’accozzaglia di nomi quella abruzzese, una squadra con idee quella amaranto. Non è dato sapere quello che sarà il futuro delle due squadre, ma lo stato delle cose racconta in maniera inequivocabile una realtà abbastanza evidente.
Ma, a dimostrazione di quanto la Serie B sia una dimensione complicata, il dato di fatto dice che c’è voluta più di un’ora di gioco perché gli amaranto riuscissero a concretizzare la supremazia territoriale per tutti i novanta minuti.
Sì, perchè i padroni di casa hanno pensato prevalentemente a difendere e a chiudere gli spazi. Nel momento in cui hanno dato quantomeno l’idea di voler mettere la testa nella metà campo amaranto sono stati punti.
La ha decisa Marco Baroni con un doppio cambio: fuori Crimi ed Edera, dentro Bianchi e Denis. Dirottando Folorunsho a destra e mettendo Menez dietro le punte, il tecnico ha scompaginato il fragile progetto tattico dei di padroni di casa.
Ed è proprio dagli spazi trovati da Folorunsho che sono nate tre clamorose occasioni, due quelle quali si sono tramutate in gol.
La prima è stata divorata da Denis (bello il servizio di Lakicevic a cercare l’argentino sul primo palo). Azione in fotocopia al 73′, ma il Tanque può sbagliare una volta, non due. Destro sotto le gambe di Fiorillo e vantaggio meritato.
Sempre da destra nasce l’azione del raddoppio: traversone di Bianchi (altro nuovo entrato), sempre da destra e perfetto movimento in anticipo di Montalto sul primo palo. 2-0 e partita in ghiaccio.
