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È sempre più la Reggina di Baroni, ora due partite per sapere quanto vale

Nella vittoria di Pescara gli amaranto hanno offerto risposte che continuano a denotare il fatto che il progetto del tecnico sta avendo un’evoluzione efficace

Per analizzare il momento della Reggina è meglio fare un passo indietro. Bisogna tornare a quelli che si immaginavano potessero essere i difetti della squadra .  Quelli che , nelle scorse settimane, si  credeva potessero essere i motivi delle mancate vittorie.

Il primo era che la squadra calasse alla distanza.  E, prima dell’Adriatico, i numeri lo confermavano.  Tra primo e secondo tempo lasciava per strada strada 14 punti.   L’essere usciti alla distanza a Pescara adesso fa si che il dato si fermi a -12.  L’augurio è che l’inversione di rotta diventi definitiva e non episodica.

Al tecnico era stata, inoltre, addebitata una certa difficoltà nel fare i cambi giusti e con il tempismo opportuno.

Lui diceva che non aveva abbastanza soluzioni, che si aspettava qualcosa dal mercato e chi c’era non era ancora nelle condizioni  di potergli dare una mano.  Cosa accade a Pescara?  Arrivano due cambi decisivi.  Fuori Crimi ed Edera, dentro Bianchi e Denis.  Due nuovi acquisti e due della vecchia guardia.  Di colpo  chi c’era già diventa decisivo grazie al fatto che l’arrivo dei nuovi ha permesso una migliore gestione dell’energie. Un dato “vivo” che certifica che la squadra di Baroni è un corpo unico.

E, attenzione, perché nella mossa c’è anche una lettura tattica perfetta: la scelta di spostare Folorunsho sul centrodestra con Menez trequartista, ma con partenza da sinistra. Più volte si è visto il francese tagliare al centro.   Una scelta che ha aperto spazi enormi a destra.

Il terzo difetto era che non segnassero mai gli attaccanti (solo cinque reti prima della vittoria in Abruzzo).  E di colpo a Pescara fanno due su due.  Su azioni manovrate, con movimenti studiati e perfetto attacco dell’area.

È ormai la Reggina di Baroni e contro il Pescara non c’è stata storia.  L’unico sospetto è che davanti ci fosse un avversario in caduta libera, allo sbando e vuoto di contenuti, in grado di acuire in maniera significativa i segnali positivi.

Gli impegni contro Entella e Cosenza, squadre in un momento diverso da quello degli abruzzesi, chiariranno gli eventuali dubbi.   La Reggina cerca il salto di qualità che, in un campionato equilibrato come la B, si chiama continuità.

 

 

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