Da quando è arrivato Marco Baroni il rendimento della squadra è migliorato, ma occhio alle dirette concorrenti
Alla fine di Pescara-Reggina il meno entusiasta di tutti sembrava essere Marco Baroni. Non perché non fosse felice, ma perché la B la conosce bene. Soprattutto se c’è un turno infrasettimanale, è vietato cullarsi su tre punti ottenuti. Questo è un campionato dove basta poco per andare su e altrettanto per finire giù.
Gli strappi sono decisivi, ma devono essere decisi. Proprio la situazione della Reggina di questo momento può essere esemplificativa.
Da quando è arrivato il nuovo tecnico c’è una media di 1,33 punti a partita e 12 punti in 9 giornate.
Un buon bottino per una squadra che si è ritrovata a lottare per non retrocedere. Poi, però, si scopre come stanno andando le dirette concorrenti.
L’Ascoli, ad esempio, ha fatto meglio: 14. Stesso bottino della Cremonese (14). Il Vicenza e la stessa Virtus Entella, nello stesso range temporale, hanno ottenuto esattamente gli stessi punti della Reggina.
Questo accade, perché, dopo un girone d’andata con una media punti particolarmente bassa per le squadre che lottano per non retrocedere, si sta assistendo al consueto riequilibrio delle forze. Seppur in ritardo, sta iniziando a sparire quella frattura che pareva contraddistinguere il campionato tra la squadre di prima linea e quelle impegnate in posizioni meno nobili.
Per la Reggina, perciò, testa bassa e pedalare. Per arrivare alla meta serve ancora fare tanti punti.