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Reggina: la ritrovata intensità, tre fattori chiave e l’esame di laurea

I due legni colpiti dal Venezia rischiano di far passare un messaggio sbagliato della partita

Le recriminazioni del Venezia fanno parte del gioco. Colpire due legni è sempre un qualcosa di duro da digerire. I lagunari devono, però, forse rammaricarsi del fatto che per novanta minuti ed oltre non hanno mai dimostrato di essere una squadra che lotta per obiettivi diversi dalla Reggina.  Anzi.

L’assenza di Forte tra i padroni di casa è pesata molto più di quella di Folorunsho nella formazione amaranto. E questo non è l’unico punto che si può mettere nell’elenco dei meriti della squadra di Baroni.

L’unica pecca nella prestazione della Reggina è stata quella di aver rischiato di farsi gol praticamente da sola.  Gli è andata bene, ma le traverse colpite dagli avversari sono uno dei tre fattori che hanno inciso profondamente nel match.  Vanno archiviate alla voce “fortuna”, che non è una colpa ma, sin da quando esiste il calcio, una virtù dei vincenti.

L’altro fattore è stata la capacità di alterare l’equilibrio della partita sfruttando un calcio piazzato.  È praticamente la prima volta che accade in campionato, tenuto che contro il Monza la cosa si era concretizzata dopo una prima ribattuta.   Bravo è stato Di Chiara a fare centro.

E, per terzo, i tiri da lontano. Finalmente la Reggina è riuscita a fare gol con tiri dal limite. Lo ha fatto Mario Situm sfruttando la scelta di Baroni di giocare con gli esterni a piede incrociato.

Fortuna, capacità di sfruttare le situazioni da fermo e qualità nei tiri dalla distanza erano qualità che la Reggina 2020-2021 pareva non avere. Non è un caso che nel momento in cui abbiano fatto capolino sia riuscita ad avere ragione  a domicilio di una squadra di alto livello di Serie B.

Pareva, invece, essere stata smarrita quell’intensità che nei periodo migliori della gestione Baroni permetteva alla squadra di pressare gli avversari a tutto campo. Nelle ultime gare la squadra aveva iniziato ad essere un po’ più passiva e ad aspettare l’avversario. La sosta pare avere concesso l’opportunità di ricaricare le batterie e proporre un calcio più aggressivo.

Adesso, però, c’è l’esame di laurea e per prepararsi ci sarà poco tempo.  Lunedì si va in campo al Tombolato di Cittadella. Un avversario che più ostico non si può.  La Reggina non ha particolari pressioni addosso, perché si è costruita un margine che le permette di avere dei bonus da giocare nella corsa alla salvezza.  Ma sarà esame di laurea perché un risultato positivo  potrebbe voler dire scrivere la parola “fine” rispetto al capitolo salvezza e aprirebbe forse qualcosa di più.

 

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