Non sono i risultati e neanche la posizione in classifica ciò che maggiormente inorgoglisce il tecnico
Nell’intervista post partita di Venezia-Reggina Marco Baroni ha detto tante cose. Si è, però, anche soffermato su un punto che gli genera più orgoglio rispetto al suo progetto applicato alla Reggina.
Il riferimento va al fatto di aver trasformato la rosa amaranto in una squadra dove al momento non ci sono titolari. Dove anche giocatori accreditati di caratteri difficili e complicati da gestire, hanno compreso l’importanza del sapersi fare trovare pronti.
A Baroni il fatto che dalla panchina arrivino calciatori che si calano subito nelle dinamiche della partita piace tantissimo. È per lui una sorta di “missione compiuta”, anche nel capitalizzare quello che è una delle sue principali caratteristiche di allenatore.
Quella di giocare le partite mettendo in piedi un disegno tattico che si gioca con sedici calciatori, gli undici titolari più le cinque sostituzioni. Un esercizio in cui l’allenatore si gioca la partita anche nella sua mente immaginando mosse e contromisure a seconda di quelle che possono essere le evoluzioni di una partita.
E la squadra, complici anche i risultati quanto mai convincenti, lo segue ormai alla lettera.