Si gioca sempre alle 14 e in giorni feriali, non esattamente una soluzione ottimale per un pubblico che è ragionevolmente impegnato nella propria attività lavorativa in quegli orari
Fino all’1 maggio la Serie B non scenderà in campo. Il fatto è ormai noto, alla luce della necessità di mettere in piedi un calendario che consentisse il recupero delle gare del Pescara prima delle ultime due giornate, per le quali era necessario garantire la contemporaneità di tutti i match.
A partire dal giorno della Festa dei lavoratori e fino al 10 maggio si giocherà con ritmi frenetici. 1, 4, 7 e 10 maggio. La notizia è che, in tre giorni feriali su quattro, si è scelto di giocare alle ore 14.
La protesta dei tifosi si è fatta sentire sui social, ma alla radice della scelta c’è una motivazione. Il calendario è frutto di una situazione emergenziale e persino l’organizzazione delle trasferte può fare la differenza nel recupero delle energie tra una gara e l’altra.
Si pensi, ad esempio, alla Reggina che il 7 maggio dovrà recarsi a Lecce. Una trasferta che, salvo complicati scali aerei, può essere fatta solo in pullman. Sei-sette ore per le quali garantire un ritorno in giornata alla squadra è possibile solo si gioca alle 14.
La Reggina, quando sarà già 8 maggio, dovrà pensare alla partita del 10 contro il Frosinone e ogni allenamento, ogni giorno, è decisivo. Mettendo insieme le esigenze di ogni squadra e l’esigenza di far giocare tutte le gare in contemporanea è venuta fuori una scelta dettata da cause di forza maggiore.
È la Lega di B la prima parte interessata a far sì che il proprio campionato possa avere la maggiore visibilità possibile. Questa volta le contingenze lo hanno evidentemente impedito.