
L’argentino è in grande forma, ma il rendimento è figlio della gestione
Inutile girarci attorno: nel girone d’andata German Denis sembrava al tramonto della sua carriera. La carta di identità che parla di un’età sempre più vicina ai 40, i rigori sbagliati, le prestazioni non eccellenti. Tutto lasciava intendere che forse il Tanque, al netto della volontà, non avesse più la possibilità di giocare in un campionato impegnativo come quello cadetto.
Poi è arrivato Baroni. Le esclusioni, le utilizzo con il contagocce e l’impiego ogni tanto per cinque minuti. Una crescita graduale che nel tempo ha portato il giocatore a tornare a fare gol, a distribuire giocate da altra categoria ed assist per i compagni. Come, in fondo, è accaduto anche contro l’Ascoli. È lui a dare il via all’azione del 2-2.
Dopo la gigantesca prestazione di Cremona c’è chi lo avrebbe voluto titolare contro l’Ascoli. Chiedergli, però, altri novanta minuti dopo gli oltre novanta di Cremona sarebbe stato forse troppo. Forse si sarebbe caduti nuovamente negli errori che ad inizio stagione lo facevano rendere meno di oggi.
Lo stesso Denis nei giorni scorsi ha chiarito quanto nella sua crescita abbia inciso il lavoro fatto con il nuovo preparatore atletico. Segno che il primo ad essersi convinto dell’utilità dell’essere centellinato è soprattutto lui.

Grande Denis…uno di noi. Un grande cuore amaranto
Grande Denis..
Anche a quelle età la classe non è acqua e lo dimostra ampiamente Palacio forza Denis anche il prossimo sarà il tuo anno