Il ritorno in Serie B dopo sei lunghi anni si porta dietro l’aver ritrovato un livello che era diventato consuetudine in passato, ma che aveva smesso di esserlo.
Non sarà la sconfitta (inutile) contro il Frosinone a cancellare il buono della stagione della Reggina. E non lo sarà neanche il mancato accesso ai play off, anche perché basta guardare la classifica a dicembre per rendersi conto che anche solo averli sfiorati è stata un’impresa.
Soprattutto a bocce ferme, il dato che dovrebbe risaltare è che la Reggina ha giocato un campionato di Serie B e lo ha fatto da protagonista assolutamente degna. Ha abbandonato – e non si offenda nessuno – i campi della periferia del calcio della Serie C e qualche rettangolo di gioco quasi in terra battuta. È tornata a confrontarsi con città e realtà importanti del panorama nazionale.
La pandemia ha tolto al Granillo la grande cornice di pubblico che, soprattutto nel girone di ritorno, la squadra avrebbe meritato. Vedere, però, produzioni televisive con immagini raccolte da tante telecamere era, ad esempio, un privilegio che a lungo la Reggina ha avuto negli anni d’oro, ma che ultimamente era diventato solo un miraggio. Ed è un altro segnale che si è tornati in una dimensione diversa da quella ristretta che si era vissuta in anni bui, ma non difficili.
Con una Serie C che assomiglia sempre di più alla vecchia C2, per la Reggina è stato davvero bello tornare a respirare l’atmosfera del calcio che conta. Quello che, per intendersi, a Reggio era stato vissuto ininterrottamente dal 1995 al 2014. Diciannove anni sono tanti e abbastanza, esperienza alla mano, perché ad un certo punto anche quello che non è scontato lo sembri. Ne sono bastati sei di serie minori (vissute sempre con grande dignità e senso di appartenenza) per tornare a sentirne la mancanza. Quel senso di nostalgia verso gli anni d’oro che quest’anno è stato colmato e oggi pare essere persino rimpiazzato dall’ambizione. Ambizione e voglia di sognare che non deve essere scambiata con pretesa. Anche perché quest’anno è stato davvero bello. Sempre che, ovviamente, si abbia memoria di quelli che sono stati quelli precedenti.
E forse, auspicabilmente con i tifosi, il prossimo potrà essere ancora più bello…